Olio calabrese spacciato per italiano all’estero. Grave danno anche per le aziende. Anche se i “capitani coraggiosi” dell’olivicoltura calabrese – come li definisce il presidente di Col diretti Pietro Molinaro - non si arrendono, devono fare i conti con gli adulteratori. Il 2014 resterà probabilmente nella storia come una delle peggiori annate dell’olivicoltura calabrese, con la produzione di olio che è scesa oltre la metà a circa unmilione di quintali, con conseguente mancato reddito per le imprese, a causa dei problemi legati al maltempo. “Sono numeri da paura – commenta Molinaro – e una campagna no che non può però far dimenticare i passi da gigante compiuti in questi anni dall’extravergine calabrese, oggi diventato sinonimo di alta qualità. Ma uno strano fenomeno sta accadendo nell’esportazione, denuncia Coldiretti: il mercato interno tira ma l’export frena. Le aziende olivicole calabresi che hanno rapporti commerciali con l’estero stanno subendo una notevole contrazione nelle vendite. Infatti, nei mercati internazionali, che sono predominio del nostro “oro verde” sostanzialmente la richiesta langue. Un fatto strano – sottolinea Molinaro – ma spiegabile. La stampa estera e non solo, ha messo in guardia dall’acquistare olio italiano tra l’altro a prezzi bassi, perché contraffatto: si tratterebbe di olio adulterato. Una maxifrode che vede alla base oli provenienti da altri paesi e spacciate come olio extravergine d’oliva di alta qualità. Gli adulteratori fanno affari alle nostre spalle e come “api al miele”, fiutano l’affare e vi si gettano a capofitto danneggiando le nostre produzioni, in primis l’olio che è il nostro marchio distintivo. Per questo insistiamo sempre e comunque che occorrono maggiori e sempre di più controlli altrimenti troveremo sempre più spesso degli oli di oliva extravergine che costano meno del prodotto agricolo pagato agli agricoltori. Ecco l’istantanea del patrimonio olivicolo calabrese:
- Superfice agricola investita in olivo
- Piante 215milioni
- Produzione Olio 2milioni600mila quintali
- Dop riconosciute 3 ( Lametia- Bruzio e Alto Crotonese)
- Valore Medio della produzione 600milioni di €
- Manodopera 15milioni di giornate lavorative
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