
Mentre il presidente dell’Anas Pietro Ciucci incontrava ieri mattina il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio per comunicargli la sua intenzione di rimettere il prossimo mese l’incarico di consigliere e di presidente di Anas, sul tratto calabrese della A3 la polizia giudiziaria era impegnati in un tour de force. Dopo 42 giorni, infatti, i sigilli al viadotto Italia sono stati rimossi per permettere ai consulenti di verifica re lo stato dei luoghi. Gli ordini sono chiari: la mattina si apre il viadotto e la sera i sigilli devono essere risistemati. Tutto dovrebbe durare per 19 giorni. Allo stato operano, a stretto contatto, gli ingegneri dell'Anas e i consulenti della Procura della Repubblica. Il Viadotto è strettamente controllato dai vigilantes, sia a monte che a valle, vale dire dove scorre l'ex paradiso per gli amanti del rafting: il fiume Lao. Questa sinergia dovrebbe produrre gli atti che servono per arrivare al dissequestro del viadotto, quindi alla messa in sicurezza del pilone danneggiato dalla campata caduta il 2 marzo scorso. Un crollo fatale che, purtroppo, ha coinvolto un giovanissimo operaio mai uscito dal cuore dei suoi colleghi. Adrian Miholca era un giovane molto coraggioso. Perché ci vuole un coraggio da leoni ad affrontare questo gigante di cemento armato precompresso collegato da una campata centrale di acciaio. Il viadotto così come ha confermato il procuratore generale di Catanzaro Raffaele Mazzotta sarà aperto soltanto quando sarà assicurata la sicurezza degli utenti. Gli stessi che, proprio domenica sera, sono rimasti ingabbiati in una gigantesca coda generata da un incidente stradale avvenuto sulla vecchia strada provinciale 241 lungo la quale viene incanalato il flusso veicolare dirottato dall'A3. Il sindaco di Laino Castello, Giovanni Cosenza, ha più volte chiesto al contraente generale, in questo caso l'Italsarc, concessionario dei lavori di ammodernamento dell'A3 tra gli svincoli di Laino Borgo e Mormanno, di assumere, insieme all'Anas, gli oneri generati dagli incidenti che si succedono con cadenza giornaliera. Perché le carreggiate delle “provinciali” interessate, ossia la 143 e la 241, hanno dimensioni che non consentono dli accogliere agevolmente i mezzi a impegnati nel lavoro di ammodernamento del tratto autostradale, i pullman di linea e le vetture che giornalmente transitano su un fondo stradale da rivedere. «Siamo convinti – ha detto il primo cittadino di Laino Castello – che si sta facendo il possibile per ripristinare il viadotto Italia, ma noi, come sindaci del luogo, continuiamo a chiedere maggiore attenzione».
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