Ritorno alla normalità, in Calabria, per i riti religiosi della Pasqua. Accade ad un anno dallo stop per l'Affruntata di Sant'Onofrio, bloccata per impedire infiltrazioni della 'ndrangheta, e dopo la decisione di sospendere le processioni nella diocesi di Oppido Mamertina-Palmi (Reggio Calabria) seguita all'"inchino", nel luglio scorso, della statua della Madonna delle Grazie davanti alla casa di un boss. In migliaia si sono ritrovati a Sant'Onofrio per il ritorno del rito secolare dell'Affruntata, la processione "ritrovata" che, nella mattina di Pasqua, simboleggia la resurrezione di Cristo e l'incontro con San Giovanni e la Madonna. Gremita la via principale del centro della provincia di Vibo Valentia, per un momento di fede impresso da sempre nel dna della comunità. Grande l'emozione nel momento clou quando alla Madonna Addolorata portata a spalla come le altre statue è stato strappato il velo nero del lutto che le avvolgeva le spalle. Applausi, tanti applausi per un evento che, in qualche modo, ha sanato la "ferita", provocata lo scorso anno dall'annullamento della processione come forma di protesta contro la decisione presa, in quella circostanza, dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza che aveva stabilito che a portare le statue dovevano essere i volontari della Protezione civile. Un ritorno alla normalità per l'evento ma anche l'inizio di un nuovo corso dopo le nuove disposizioni, contenute nel regolamento predisposto dal vescovo di Mileto mons. Luigi Renzo. Clausole stringenti che prevedono la presenza di portatori, estratti tramite sorteggio in elenchi precedentemente stilati, che non abbiano in corso processi per mafia o siano stati condannati e che, ancora, sbarra le porte a coloro i quali "non abbiano dato segni pubblici di pentimento e ravvedimento". E così, quest'anno, a portare in spalla la statua dell'Addolorata sono stati alcuni amministratori. Anche a Stefanaconi, paese poco distante, si è ripetuto secondo tradizione il rito dell'Affruntata. Qui, lo scorso anno, per evitare ingerenze delle cosche locali, era stato stabilito che, a portare le statue, fossero componenti della Protezione civile. E processioni "riabilitate", per la Settimana Santa, pure a Oppido Mamertina, nel reggino, dopo la decisione del vescovo mons. Francesco Milito che aveva sospeso tutte le processioni a causa dell'"inchino" della statua della Madonna delle Grazie davanti all'abitazione del boss della 'ndrangheta Giuseppe Mazzagatti. Il presule, nelle scorse settimane, ha dato precise indicazioni richiamando nella celebrazione dei riti un clima di "austerità, di silenzio e di preghiera". E così è stato, lo scorso venerdì, in occasione della riproposizione della Via Crucis e della processione del Venerdì Santo che lo stesso presule ha guidato per le strade della cittadina della Piana di Gioia Tauro. A portare la statua dell'Addolorata, questa volta, sono state le donne. Presenti al rito anche il sindaco Domenico Giannetta e il maresciallo dei carabinieri Andrea Marino che, di fronte all'inchino, nel luglio scorso, aveva ordinato ai suoi uomini di andarsene dalla processione.
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