La prova di resistenza al volante dura venti chilometri. Venti chilometri di curve a gomito, di salite e di discese, di buche, e di disagi. Un delirio per migliaia di automobilisti in viaggio sull’A3. Sono solo venti chilometri d’asfalto mangiucchiato dal tempo e dal maltempo ma nessuno sa quanto si impieghi esattamente a percorrerli. Dipende da quante auto si trovano a passare da quell’imbuto in quel momento. In genere “bastano” quaranta minuti, ma se piove o c’è nebbia si va oltre l’ora. È un passaggio obbligato, un inferno condiviso con quelle cinquemila anime che vivono tra Laino Borgo e Laino Castello. La storia di questa terra è cambiata improvvisamente il 2 marzo, quando un pezzo di viadotto “Italia” è crollato improvvisamente trascinandosi dietro un ragazzo di 25 anni, Adrian Ione Miholca, e il suo mezzo di cantiere. Da quel giorno, l’Italia su quattro ruote è divisa in due. La Procura di Castrovillari ha messo i sigilli a un chilometro e 259 metri di autostrada, quella agganciata al ponte divenuto “corpo di reato”. Da qualche settimana ci sono consulenti che lavorano all’inchiesta che dovrà accertare la verità sull’incidente e, soprattutto, se l’infrastruttura è ancora in grado di garantire standard di sicurezza elevati. L’enigma che tormenta i tecnici è legato al pilone contro il quale è finita la campata crollata. Alla base del gigantesco pilastro si nota la lesione. Si dovrà valutare l’entità del danno strutturale. Per adesso la magistratura è cauta. In una nota del 27 marzo scorso inviata ai sindaci delle due Laino, il pm Simona Rizzo comunicava la sussistenza del «pericolo concreto e attuale di crollo di tutta l’area interessata dal sinistro (quello in cui ha perso la vita l’operaio, ndr)». Una informazione resa per valutare la sospensione di attività lavorative e di rafting che si svolgono nell’area interessata dal sequestro. Massima cautela da parte della Procura che da qualche giorno non ha più un capo dopo che Franco Giacomantonio ha concluso per raggiunti limiti d’età la sua brillantissima carriera. E così tocca al procuratore generale di Catanzaro, Raffaele Mazzotta, coordinare il lavoro dei magistrati del Pollino «verso i quali nutro la massima stima e fiducia – ha detto all’ansa, Mazzotta – ma ho ritenuto doveroso affiancare i colleghi, tutti bravi e preparati, per sostenerli e supportarli in questa complessa vicenda, anche da un punto di vista mediatico». Lo stesso procuratore generale ha spiegato che «la Procura di Castrovillari, in piena sintonia con me, intende accelerare al massimo i tempi per poter giungere all’eventuale dissequestro ma nello stesso tempo deve tenere conto della incolumità pubblica e quindi deve essere messa in condizioni che l’eventuale provvedimento avvenga dopo che i consulenti abbiano accertato che questo può avvenire in condizioni di assoluta sicurezza e di insussistenza di pericoli per la pubblica incolumità». Mercoledì prossimo l’Anas depositerà un elaborato tecnico chiesto dai magistrati. Toccherà quindi ai consulenti dei pm comunicare se gli interventi prospettati per l’accertamento della staticità del manufatto siano idonei e valutare inoltre la fattibilità degli interventi necessari per la messa in sicurezza. Gli esperti della Procura avranno 15 giorni di tempo per le osservazioni sull’elaborato. Si tratterà di una risposta propedeutica a un eventuale provvedimento di dissequestro e alla ripresa dei lavori.