Calabria

Giovedì 08 Maggio 2025

Le mani sul catering dello stadio Meazza in 57 alla sbarra

 Compariranno in aula a Milano il 28 aprile prossimo 57 persone accusate aver fatto parte o di essere state al servizio di una cosca di ’ndrangheta radicata a Milano e legata al clan Libri-De Stefano-Tegano. Ieri mattina, infatti, il gip del Tribunale di Milano Gennaro Mastrangelo ha accolto la richiesta che nei giorni scorsi avevano avanzato i pubblici ministeri Paola Biondolillo e Marcello Tatangelo disponendo il giudizio immediato per la gran parte delle persone che erano state coinvolte lo scorso 16 dicembre nel blitz dei carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Milano nell’ambito di un’indagine coordinata dai due pm e dal Procuratore aggiunto Ilda Boccassini. Un’indagine che ora finisce in aula che portò a smantellare quella che gli investigatori ritengono sia una “locale di ’ndrangheta” che operava nella zona tra piazza Prealpi a viale Certosa. Gli affiliati avrebbero operato secondo un canovaccio classico: estorsioni, intimidazioni, ai danni di imprenditori che da vittime sarebbero diventati organici alla criminalità organizzata. Non solo. Per gli investigatori il gruppo si occupava anche del traffico di droga i cui proventi sarebbero stati riciclati in operazioni apparentemente legali, come il tentativo, andato in porto, di concludere un affare sulla fornitura del servizio di ristorazione allo stadio milanese “Giuseppe Meazza”. Tra le persone mandate a processo in immediato ci sono il presunto capo della cosca Giulio Martino, i suoi fratelli Domenico e Vincenzo, ed anche un ex carabiniere del Nucleo tutela del lavoro, Carlo Milesi (che ha ammesso gli addebiti), un ex poliziotto, Marco Johnson, e alcuni imprenditori “amici”, tra i quali, Cristiano Sala, colui che ha consentito al clan di mettere le mani sul servizio catering per le partite del Milan al “Meazza”. Adesso si dovrà verificare quanti saranno eventualmente gli imputati e sembrerebbe che possa trattarsi di un numero consistente che chiederanno di patteggiare la pena. Salagià interrogato in incidente probatorio ha confermato la ricostruzione di inquirenti ed investigatori: è stato il fondatore della holding “Maestro di casa”, fallita nel 2010, la quale, attraverso un’altra impresa a lui riconducibile, è riuscito ad aggiudicarsi il servizio di catering al Meazza per la stagione 2014-2015 “screditando” complice l’ex l’azienda concorrente di fronte alla società appaltante, la Milan entertainment. I pm non hanno, invece, chiesto il processo in immediato per due persone nonostante siano state anch’esse destinatarie del provvedimento di arresto, in quanto uno è latitante e l’altro detenuto in Svizzera e in attesa di estradizione.

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