“Tela del Ragno”, pene dimezzate e tante assoluzioni. Cade per molti imputati il reato principale, quello dell’associazione. Ma nel complesso l’accusa rappresentata dal pm Eugenio Facciolla ha tenuto per i principali indiziati. Un processo storico quello di Paola che ha ricostruito nel corso del dibattimento, durato due anni, un ventennio di ’ndrangheta. Un processo che ha portato sul banco degli imputati le consorterie criminali organizzate del Tirreno cosentino e in particolare i Serpa di Paola. Si chiude così il secondo capitolo di “Tela del Ragno” dopo i riti abbreviati a Catanzaro dove è in corso l’Appello. Il terzo troncone dedicato agli omicidi si tiene invece a Cosenza. È stato il processo in cui il collegio difensivo e l’accusa si sono confrontati senza esclusione di colpi e in cui il pm ha calato tutti gli assi a disposizione in fase preliminare e dibattimentale. Facciolla ha puntato molto non soltanto sulle intercettazioni ambientali ma anche e soprattutto sui pentiti. Sono stati proprio i collaboratori di giustizia ad avvalorare le sue tesi. Una sentenza molto attesa. Il tribunale è gremito fin dal primo pomeriggio, ma il collegio presieduto da Paola Del Giudice entra in aula, dopo otto ore di camera di consiglio attorno alle 20 e 30. Lo storico capo clan, Mario Serpa si becca una delle pena più alte: 20 anni di reclusione. Mentre la reggente Nella Serpa si ferma a 18 anni. Per Francesco Tundis di Fuscaldo invece sono stati chiesti 20 anni e 6 mesi. C’è anche qualche sorpresa come le assoluzioni di Umile Miceli, Paolo Brillantino e Francesco Martello e per i quali il pm aveva chiesto rispettivamente 13, 12 e 13 anni. E tra gli assolti c’è anche Alessandro Serpa per il quale Facciolla aveva chiesto 9 anni. Il giudice inoltre ha dichiarato la perdita di efficacia della misura cautelare applicata nei confronti di Antonio Buono, Giuseppe Lo Piano, Alessio Martello, Umile Miceli, Ilario Pugliese, Mario Serpa Francesco Pino Trombetta e Francesco Tundis limitatamente però per alcuni capi di imputazione e per effetto ne ordina la liberazione se non detenuti per altro. Per Gennaro Ditto invece 18 mesi di isolamento diurno nell’esecuzione della pena all’ergastolo comminata dalla sentenza in corte di Appello a Catanzaro. Per i genitori Antonio Ditto e Carmela Gioffrè la pena è di tre anni. Sono estinti i reati nei confronti di Luca Bruni e Giuseppe Martello (per morte dei due imputati). Diversi gli imputati condannati dal Tribunale di Paola al risarcimento del danno in favore delle parti civili costituitesi a processo, Regione Calabria, Provincia di Cosenza, comuni di Paola, Amantea, Fuscaldo e San Lucido che liquida in 80mila euro per ognuna delle parti civili. Nutrito il collegio difensivo composto tra gli altri dagli avvocati Giuseppe Bruno, Armando Sabato, Antonio Managò, Federico Sirimarco, Nicola Guerrera, Marcello Manna, Sabrina Mannarino, Gino Perrotta, Antonio Ingrosso, Francesco Sapone, Francesca Lamberti, Giorgio Zicarelli, Antonio Quintieri, Mimmo De Rosa.