Beni per 8 milioni di euro sono stati sequestrati dai finanzieri del Gico del Nucleo di polizia tributaria di Catanzaro a carico degli eredi di un imprenditore, Franco Straface, ritenuto legato al "locale di Corigliano". Il sequestro è un seguito dell'operazione Santa Tecla nella quale era rimasto coinvolto l'imprenditore, poi deceduto, ed il fratello. In seguito fu sciolto per infiltrazioni mafiose il Comune di Corigliano guidato dalla sorella dei due imprenditori, Pasqualina Straface.
Il provvedimento di sequestro è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Cosenza su richiesta del Procuratore della Repubblica distrettuale di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo. Nell'inchiesta Santa Tecla, nel 2010, furono contestati vari reati quali associazione mafiosa, usura, estorsione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti a diversi soggetti residenti in varie regioni d'Italia, ma tutti riconducibili all'organizzazione 'ndraghetistica coriglianese. Le indagini attuali, condotte dai finanzieri di Catanzaro, avrebbero dimostrato, in particolare, come alcuni imprenditori, avvalendosi della forza intimidatrice della cosca, diventavano partner "obbligati" nell'esecuzione di vari lavori, edili, di movimento da terra, instaurando di fatto un particolare quanto fraudolento regime di "monopolio" e diventando allo stesso tempo un'importante fonte di guadagno per la cosca stessa, a cui venivano destinati una parte dei proventi realizzati. I finanzieri avrebbero anche dimostrato la pericolosità sociale dei soggetti proposti per il sequestro e aggredito i loro patrimoni in base alla speciale normativa che prevede, tra l'altro, il sequestro patrimoniale anche a carico degli eredi del soggetto principale. Oggetto del sequestro sono stati vari immobili, tra cui appartamenti e villette di pregio, terreni, attività commerciali, quote societarie, automezzi e conti correnti bancari e postali. (ANSA)