Dopo lo scandalo del “Centro cuore” ultimato e mai utilizzato, la visita del governatore Mario Oliverio agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria era considerato come un «atto dovuto». E, ieri, il governatore non si è sottratto al suo “dovere” dedicando quasi due ore alle criticità di un ospedale che può essere un esempio paradigmatico dello stato in cui versa la sanità calabrese. Nella sua visita, Oliverio era accompagnato da molti consiglieri regionali reggini e dal sindaco Giuseppe Falcomatà e, oltre a visitare i locali ospedalieri, ha incontrato anche i vertici dell’Azienda Ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli. «Manca il personale, mancano i medici ed i tecnici», ha segnalato il d.g. Enzo Sidari al presidente Oliverio, il quale ha risposto rassicurante: «Interverremo subito». E in attesa di questi interventi concreti, Oliverio ha visitato quel centro di eccellenza che doveva essere il Centro Cuore e ha potuto constatare «l’esistenza, all’interno degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, di una struttura altamente specializzata e concepita come Dipartimento Funzionale comprendente attività preesistenti dentro l’attuale presidio (Cardiologia clinica, Cardiologia riabilitativa, emodinamica, Utic) e attività integrative (10 posti letto di cardiochirurgia con il servizio di cardioanestesia)». Oliverio ha, quindi, fissato due obiettivi. «Il primo è quello di affidare all’attuale Direttore generale f.f. Enzo Sidari l’immediato trasferimento di tutte le attività e servizi preesistenti, al fine di consentire un’ampia utilizzazione di strutture e tecnologie. Il secondo obiettivo – ha sottolineato il governatore – è l’apertura di un processo che porti all’attivazione dell’attività cardiochirurgica. Si tratterà di definire soluzioni che consentano di utilizzare una struttura, per la quale sono state investite consistenti risorse, al fine di garantire prestazioni di alta specialità e il contenimento della spesa oggi sostenuta dalla Regione per centinaia di calabresi costretti a curarsi fuori dalla Calabria». Nella sua visita, Oliverio ha trovato il tempo anche per dare uno sguardo a Medicina Nucleare. «Ho, inoltre, constatato – ha detto ancora il presidente della Regione – l’esistenza di una Pet di ultima generazione che, in atto, è inutilizzata per carenza di personale mentre, anche in questo caso, centinaia di calabresi sono costretti a liste di attesa nell’unica struttura operativa in Calabria o in strutture esistenti fuori Calabria». Ma per avviare i nuovi interventi è necessario nominare il nuovo commissario. Oliverio lo sa bene e afferma: «Anche al fine di affrontare, con efficacia e rapidamente, questi problemi, mi auguro che il Governo proceda alla nomina immediata del Commissario ad acta per il Piano di Rientro. A tal proposito, ho inviato una lettera al ministro Lorenzin. Mi auguro che faccia presto, che non si perda ulteriore tempo e si dia presto una guida alla sanità calabrese perché i calabresi hanno diritto ad avere una sanità che funzioni. Io disponibile? Di certo non mi sono tirato indietro – ha specificato il governatore – ma non pongo la mia persona come condizione per risolvere la questione. Ritengo che bisogna dare rapidamente una guida alla sanità calabrese. Mi auguro che la risposta del Ministro sia la soluzione definitiva del problema». Un problema molto ampio, di cui «la cardiochirurgia di Reggio – ha spiegato il presidente della Giunta regionale – è solo la punta dell’iceberg. Bisogna ricordare che ci sono importanti strutture ospedaliere che hanno deciso di sospendere i ricoveri programmati a causa delle condizioni di difficoltà in cui opera il personale. Occorre, inoltre, tenere conto dello stato in cui sono ridotti i servizi di emergenza. Dobbiamo operare una radicale correzione di rotta. È necessario – ha proseguito – ripensare il sistema sanitario organizzando una rete ospedaliera organica e dando vita a un piano sanitario regionale che parta dai servizi sul territorio. Dobbiamo dare ai calabresi sicurezza delle prestazioni mediche perchè – ha concluso Mario Oliverio – la salute viene prima di tutto».