La Corte d'assise d'appello di Catanzaro ha ridotto di quasi sei anni la condanna gia' inflitta a Aldo De Marco, il 45enne tecnico riparatore di radio e tv ritenuto colpevole di omicidio aggravato per aver ucciso, il 17 gennaio 2011 a Spezzano Albanese, nel cosentino, Domenico Presta, 22 anni, figlio di Francesco Presta, ritenuto boss della 'ndrangheta, cosentina, all’epoca latitante e, arrestato tre mesi dopo. I giudici (presidente Palma Talerico, consigliere Vincenzo Galati), che si sono pronunciati dopo il ritorno del caso dalla Cassazione cui l'imputato aveva presentato ricorso, hanno escluso per De Marco l'aggravante della premeditazione, ed hanno poi ritenuto prevalenti le attenuanti generiche sulla contestata recidiva, rideterminando la condanna da 24 anni di reclusione a 18 anni e 6 mesi. La sentenza di primo grado, impugnata e rivista oggi in appello, risale al 3 luglio del 2012. L'omicidio oggetto del processo, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, avvenne al culmine di una lite fra l'imputato e la vittima dovuta a problemi per l'utilizzo di un parcheggio nel centro di Spezzano Albanese dinanzi alle rispettive attivita' commerciali che erano molto vicine, e che gia' altre volte li aveva portati a scontrarsi. De Marco sparo' contro Presta con una pistola calibro 22, illegalmente detenuta, nel negozio di abbigliamento gestito dal primo, raggiungendolo con due colpi, di cui uno gli perforo' un polmone. Un mese dopo l'omicidio di Domenico Presta, e precisamente il 16 febbraio del 2011, un commando fece irruzione nell'abitazione del fratello di Aldo De Marco, Gaetano, a San Lorenzo del Vallo, uccidendo la moglie di questi, Rosellina Indrieri, 45 anni, e la figlia Barbara Indrieri, di 26, mentre scamparono all'agguato il figlio di 24 anni, Silos - poi trasferito in una localita' protetta - e lo stesso Gaetano De Marco, che al momento dell'irruzione dei killer dormiva nella stanza da letto, ma l'uomo fu comunque ucciso due mesi dopo in un agguato mentre era alla guida della sua auto alla periferia del paese.
Caricamento commenti
Commenta la notizia