Opporsi alle trivellazioni nell’alto Jonio cosentino, è un obbligo morale per tutte le forze sane del Paese. Per questo motivo la Confederazione sindacale della USB (Unione Sindacale di Base), ha sottoscritto le osservazioni sulle istanze di ricerca e prospezioni di idrocarburi, sottoscritte anche da numerose organizzazioni di cittadini. Il decreto Lgs.vo 3 aprile 2006, n. 152 prevede, all’articolo 24, che “l’autorità competente può disporre che la consultazione avvenga mediante lo svolgimento di un’inchiesta pubblica per l’esame dello studio di impatto ambientale, dei pareri forniti dalle pubbliche amministrazioni e delle osservazioni dei cittadini”. Questa è la ragione che spinge oggi la federazione regionale USB Calabria, si legge in una nota, “a chiedere che l’Autorità competente disponga tempestivamente una inchiesta o, in alternativa, avvii il contraddittorio con i soggetti che hanno presentato pareri o osservazioni. Riteniamo, infatti, che il mancato rispetto di un esercizio democratico, oltre a ledere fortemente i rapporti fiduciari tra cittadini organizzati in comitati, associazioni, organizzazioni sindacali e Governo, rende anche illecite le eventuali decisioni, come testimonia una recente sentenza del TAR del Lazio. Stiamo già vivendo sula nostra pelle la “stagione di veleni” riversati a vario titolo nella nostra regione. Perciò occorre riconvertire l’idea di sviluppo della Calabria, affrancandola dalle scelte politiche e sociali di questi anni dei vari governi locali e nazionale. La USB Calabria si pone al fianco dei cittadini e dei comitati che si oppongono a questo ennesimo scempio del nostro territorio, preannunciando, sin d’ora, tutte le battaglie necessarie a fermare la mano di chi vuole continuare a speculare mettendo a repentaglio la salubrità e l’integrità di un intero territorio”.
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