Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Il covo dei latitanti in... albergo

Erano nascosti in una struttura alberghiera di Guardavalle i due latitanti finiti ieri nella rete dei carabinieri del Reparto operativo del comando provinciale di Catanzaro. Francesco Aloi, 47 anni, e Nicola Tedesco, 37 anni, erano svaniti nel nulla il 2 luglio 2013, sfuggendo alla cattura nell’operazione “Itaca Free Boat”, l’inchiesta condotta dalla Dda del capoluogo di regione contro la cosca Gallace-Gallelli, operativa sulla costa jonica tra Guardavalle e Badolato e con ramificazioni nel Lazio e in Lombardia. Associazione a delinquere di stampo mafioso è l’accusa comune a entrambi, imputati (assieme ad altre 16 persone) nel processo con rito abbreviato scaturito dall’inchiesta della Dda, nel quale il pm Vincenzo Capomolla ha chiesto per tutti e due una condanna a dieci anni di reclusione. Il loro arresto è giunto grazie a un’accurata attività d’i ndagine, partita sin dall’i n izio della loro latitanza e conclusa nella notte tra sabato e domenica dai carabinieri del Reparto operativo provinciale, affiancati dai militari della stazione di Guardavalle, della Compagnia di Soverato e dello Squadrone eliportato Cacciatori di Calabria. Oltre a Tedesco e Aloi (che è genero di Vincenzo Gallace, ritenuto dagli inquirenti a capo dell’omonima cosca e attualmente detenuto), l’o p erazione ha portato all’a r r esto di altre due persone, accusate di aver favorito la latitanza dei due presunti affiliati alla cosca Gallace-Gallelli. Le loro generalità non sono state rese note ma dovrebbero essere familiari di Tedesco; maggiori dettagli saranno forniti nella conferenza stampa in programma oggi al Comando provinciale dell’Arma. I “profili” di Aloi e Tedesco - difesi, il primo, dagli avvocati Salvatore Staiano e Vincenzo Cicino; da Staiano e Andrea Mazza il secondo - mostrano figure differenti, caratterizzate in base ai ruoli occupati all’interno della cosca: Aloi, secondo quanto ricostruito nelle carte dell’inchiesta, sarebbe un elemento di spicco della consorteria mafiosa, fiduciario del suocero Vincenzo Gallace e attivo nel controllo della distribuzione dei videogiochi sul territorio del basso Jonio catanzarese; Tedesco avrebbe avuto ruoli informativi e logistici, volti a dare sostegno agli affiliati anche con i proventi di attività illecite. La loro cattura è arrivata solo qualche mese dopo quelle di altre due persone coinvolte nell’inchiesta “I t aca Free Boat”, Cosimo Damiano Gallace (figlio di Vincenzo) e Domenico Origlia, rintracciati dai carabinieri sempre nel territorio di Guardavalle. 

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia