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Un pentito inchioda Cosimo Leuzzi: «È il mandante del delitto Novella»

Cosimo Giuseppe Leuzzi sarebbe uno dei mandanti dell’omicidio di Carmelo Novella, detto Nunzio, il presunto capo della “Lombardia” e ai vertici del “locale” di Guardavalle, ucciso il 14 luglio 2008 in località San Vittore Olona, nell’hinterland milanese. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal gip di Milano su richiesta della procura del capoluogo lombardo, è stata notificata al 60enne Leuzzi che si trova detenuto per altri procedimenti penali, e si fonda essenzialmente sulle dichiarazioni auto ed etero accusatorie del collaboratore di giustizia Michael Panajia, e dai riscontri degli investigatori. In particolare Leuzzi, presunto capo del “locale” di Stignano, avrebbe agito, si legge nell’ordinanza, «in qualità di mandante insieme a Andrea Ruga, capo della locale di Monasterace, deceduto il 13 gennaio 2011, e Vincenzo Gallace, capo della locale di Guardavalle, per il quale si è proceduto separatamente, deliberando l’omicidio Novella, ed incaricando Michael Panajia e Antonino Belnome dell’esecuzione». Il collaboratore Michael Panajia, per come riportato nell’ordinanza, oltre ad ammettere la propria diretta partecipazione all’agguato costato la vita di Novella, ha riferito ulteriori particolari relativi alla fase della progettazione ed ha reso un racconto molto dettagliato del giorno dell’azione di fuoco, a riscontro del narrato di Belnome, il quale riferisce dell’esistenza di un’alleanza tra Ruga, Gallace e Leuzzi, pur sottolineando che per il delitto Novella i reali portatori di un movente di tipo personale sarebbero stati il defunto Ruga e Gallace. Il collaboratore Panajia, e questa è la novità rispetto all’altro pentito Belnome, ha raccontato ai magistrati della procura milanese che sarebbe stato Cosimo Leuzzi, con il quale avrebbe avuto un “forte legame”, come riferito agli inquirenti dalla moglie di Panajia nel 2012, in occasione di una visita fatta dal collaborante in Calabria nel periodo natalizio del 2007 «a dargli l’incarico di uccidere Novella». Nell’interrogatorio reso il 27 giugno 2012 ai pubblici ministeri di Milano, tra cui il pm Ilda Boccassini, il Panajia ha dichiarato di essere stato convocato a casa di Leuzzi: «Scesi una sera e c’era anche Andrea Ruga, mi ricordo quella sera c’era Ruga, Leuzzi e Spatari». Inoltre, si legge ancora: «Mi disse Leuzzi: c’è un lavoro da fare, te la senti di darci una mano? Ci dai la disponibilità?». Il “lavoro” da fare era a Milano e Panajia avrebbe capito che si trattava di un omicidio, anche se non gli fu detto il nome della vittima. Il collaboratore si sarebbe limitato a dare la propria disponibilità e il successivo mese di gennaio 2008 sarebbe stato contattato dal defunto Ruga che gli presentò Belnome. A questo punto il racconto di entrambi i collaboratori sul post delitto coincide, laddove i due raccontano di essere scesi in Calabria. Panajia riferisce, in particolare, di essere stato convocato in un bar ristorante di Guardavalle Marina: «Sono entrato all’interno – racconta – dove c’è la sala con i tavoli e a un tavolo c’era seduto Cosimo Leuzzi, Andrea Ruga e questa persona che mi dovevano presentare che era Vincenzo Gallace, che io era la prima volta che lo vedevo. Me lo presentarono, ci salutammo e mi ringraziò, dice “Ti ringrazio di cuore per la cosa di Milano”». Nel corso di quell’incontro Panajia racconta: «Poi mi chiamò un attimo da parte Leuzzi, mi disse “Vieni che ti devo dire una cosa”, ci allontanammo un po’, tirò fuori dalla tasca dei soldi dice “Questo è un presente, un pensiero di noi per te”». «Li ho contati dopo – aggiunge il collaborante – erano tremila euro. Erano tutte banconote da cinquanta euro, cento euro e c’era un pezzo mi sembra, se non sbaglio era da cinquecento euro». 

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