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Nella notte l’atteso arrivo di 476 siriani e africani

 La faccia che non si vede dell'immigrazione dal sud del mondo alla nostra malandata Europa ha gli occhi tristi e lo sguardo impaurito delle quarantatré donne infreddolite, alcune pure incinte, ieri notte giunte nel porto di Corigliano a bordo della nave Gregoretti della guardia costiera. Assieme a loro 418 uomini e 15 bambini, solo in parte stretti ai genitori. Perché non tutti ne avevano assieme. In totale 476 disperati soccorsi nei giorni scorsi nel canale di Sicilia. Provengono da Siria, Eritrea e Paesi del Nord Africa. Sono stati recuperati da natanti dirottati al largo della Libia, dalla quale erano salpati. Inizialmente l’approdo della Gregoretti era stato previsto a Lampedusa, dove tra l’altro è stata sbarcata una donna in gravidanza. Poi è stato spostato a Porto Empedocle ma alla fine s’è optato per Corigliano Calabro. Che esattamente sette giorni fa aveva già accolto sulle sue ampie banchine il cargo bestiame Ezadeen con poco meno di 360 migranti siriani salpati da un porto turco nel quale alcuni erano giunti addirittura in aereo. Perché sempre più spesso i migranti, anzitutto siriani, possono contare su discrete disponibilità di denaro. Secondo quanto ricostruito dalla guardia costiera ogni “passeggero” della Ezadeen aveva pagato attorno a 8.000 dollari. La macchina dell'accoglienza e dell'assistenza in quel caso ha funzionato ottimamente. Tant'è che il giorno dopo, di buon mattino, tutti i maggiorenni erano già nei pullman per essere trasferiti in varie destinazioni, in Calabria e fuori regione. Come gli otto minori non accompagnati affidati a diverse comunità del Cosentino. Anche se nei giorni successivi in sei si sono allontanati facendo perdere le loro tracce. Anche ieri tutte le operazioni sono state preparate e coordinate in maniera impeccabile dalla prefettura di Cosenza, col prefetto Gianfranco Tomao che ha seguito personalmente ogni decisione. È rimasto in contatto continuo col vicario, Massimo Mariani, presente nel porto assieme, tra gli altri, al responsabile dell'ufficio stampa Antonella Vecchio. Il sindaco di Corigliano, Giuseppe Geraci, ha manifestato «viva preoccupazione. Si sta avverando - ha sostenuto il primo cittadino - quanto purtroppo temuto e manifestato già in occasione del primo sbarco, ottimamente gestito nei giorni scorsi con Prefettura, forze dell’ordine e volontari. Sembrerebbe essersi aperto ormai un varco incontrollato ed ingestibile verso il nostro Porto. Il che sarebbe una oggettiva iattura, non soltanto per Corigliano ma per l’intera Sibaritide. L’ente pubblico locale e la nostra comunità - ha proseguito Geraci - non possono e non potranno sostenere, da un punto di vista organizzativo, logistico, economico ed anche sociale il ripetersi di sbarchi di navi con cospicui carichi di migranti da accogliere e gestire attingendo alle già ridotte risorse residuate dallo Stato centrale ai comuni». 

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