"Come padre di Fabiana , insieme a tutta la mia famiglia, sono completamente pietrificato, atterrito, massacrato, scosso ed impaurito da una sentenza d'appello che ci ha causato solo dolore". Lo afferma, in una lettera aperta inviata all'Ansa, Mario Luzzi, padre di Fabiana. la sedicenne uccisa e bruciata viva nel 2013 a Corigliano Calabro dal fidanzato, Davide Morrone, nei confronti del quale ieri la Corte d'appello di Catanzaro ha disposto una riduzione da 22 a 18 anni della condanna inflittagli in primo grado, riconoscendogli anche la seminfermità mentale ed escludendo la premeditazione. " I giudici, nella sentenza - aggiunge- hanno tenuto conto di una falsa infermità mentale dell'assassino , escludendo la premeditazione. Allora io vorrei chiedere: come mai il "mostro" è andato a prelevare e sequestrare Fabiana a scuola armato di coltello e non con un mazzo di rose? Perchè, se soffriva di una qualsiasi forma di malattia mentale, i suoi genitori, in tutti gli anni pregressi non l'hanno fatto curare? Chiedo inoltre allo Stato italiano: quanto vale la vita di una ragazza che è stata crudelmente massacrata e distrutta insieme alla sua famiglia e ad una comunità intera sconvolta da tanta violenza? O vogliamo dire che per lo Stato italiano vale più la vita di un crudele e spietato assassino? Perchè a tutti i costi lo vogliono recuperare in una comunità?" " Da essere umano e da padre , rispettoso delle leggi umane e divine- dice ancora Mario Luzzi- mi sento oltraggiato e violentato psicologicamente da una giustizia che tiene conto solo degli assassini, riducendo le loro condanne e non delle vittime" " Spero -conclude il padre di Fabiana Luzzi- che in Cassazione questa sentenza venga ribaltata e che gli diano l'ergastolo. Lo stesso a cui è stata costretta mia figlia"
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