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Boss di Gioia T.
assassinato in Sicilia
L'autore si costituisce

Un uomo, sospettato di avere ucciso Michele Brandimarte, il 53enne ucciso in un agguato ieri a Vittoria, nel Ragusano, si è costituito a Gioia Tauro, portando con sé la presunta arma del delitto. La vittima, assassinata con 7 colpi di pistola, era esponente di spicco dell'omonima famiglia, legata alla cosca di 'ndrangheta Piromalli-Molè di Gioia Tauro. L'omicidio sarebbe maturato nell'ambito della gestione del traffico internazionale di droga. Identificato da polizia di Stato e carabinieri, il presunto sicario si è costituito al commissariato di Gioia Tauro. Indagini serrate, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Catania, hanno permesso di risalire subito al presunto killer, che è calabrese e che ha consegnato la pistola con cui avrebbe sparato. Agenti delle squadre mobili di Ragusa e Reggio Calabria con la collaborazione dei commissariati di Vittoria e di Gioia Tauro e delle compagnie dei carabinieri della zona in poche ore grazie allo scambio di informazioni avevano già permesso di creare terra bruciata intorno al fuggitivo. L'uomo è ancora interrogato da un sostituto della Procura distrettuale calabrese.(ANSA)

L’omicidio è avvenuto poco dopo le 18.30 in centro, su via Roma, angolo via Carlo Alberto, a pochi passi da via Cavour, il “salotto buono” di Vittoria. Un fatto di una gravità inaudita, mentre la zona era piena di persone a passeggio, con bambini al seguito. Un omicidio che fa sprofondare Vittoria ai tempi bui degli anni ‘80 e ‘90, con la sanguinosa faida tra clan mafiosi. Su cosa ci facesse a Vittoria Brandimarte stanno svolgendo indagini i carabinieri, al comando del col. Sigismondo Fragassi. Michele Brandimarte, vestito elegante, stava passeggiando assieme ad altre persone tra i negozi addobbati per le festività natalizie, quando è stato raggiunto da sette colpi di pistola sparati dai due killer, che sono subito scappati in sella ad un motorino, approfittando del panico e del parapiglia. Vista la precisione e la determinazione degli assassini, è certo che si tratti di professionisti. I due in scooter si sono accostati al marciapiede, uno dei sicari è sceso, mentre l’altro restava in sella col motore acceso; ha sparato a bruciapelo i sei colpi in rapida successione che hanno raggiunto la vittima alla testa e alla schiena. Poi il sicario è saltato in sella e il complice ha dato gas, mentre le gente correva e urlava in preda al panico. Per la vittima non c’è stato nulla da fare: quando è arrivata l’ambulanza, era già deceduto. Il cadavere è stato coperto con un telo e poi trasportato nell’obitorio dell’ospedale “Guzzardi”, dove sarà sottoposto ad autopsia. Brandimarte potrebbe essere stato ammazzato volutamente “in trasferta” per dare un segnale forte, inequivocabile, da parte dei mandanti. I militari hanno dovuto fare i conti col velo di omertà, giustificato da una comprensibile paura: nessuno dei presenti avrebbe difatti visto bene in faccia i sicari. Ai fini delle indagini, preziose potrebbero rivelarsi le riprese delle telecamere di sorveglianza, che sono già state tutte acquisite. Si tratta ora di una lotta contro il tempo per acciuffare i killer prima che riescano a far perdere definitivamente le loro tracce. 

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