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S’accascia davanti agli
amici, muore 13enne

 C’è una cappa di dolore che s’incunea tra le vie di Scalea, tra le luminarie di Natale che sembrano opache e arriva in ogni casa, dove non c’è famiglia che non s’interroghi sulla morte di Ludovica Tommaselli, sul destino beffardo che strappa la vita a una tredicenne piena di gioia e d’entusiasmo, stroncata, pare, da un malore improvviso. Non c’è persona che non rivolga un pensiero a genitori della ragazzina, che frequentava la terza media dell’Istituto “Gregorio Caloprese” della cittadina tirrenica, e al dolore che stanno provando Michele e Maria. Aspettano l’esito dell’autopsia i genitori, disposta dal pubblico ministero Francesco Verderese del Tribunale di Paola, che sarà effettuata oggi all’ospedale “Iannelli” di Cetraro. Vogliono conoscere e capire, Michele e Maria, le cause che hanno portato la loro bambina ad accasciarsi in un sabato qualunque per strada, mentre era insieme ai suoi amici, e a non rialzarsi più. Era stata a un compleanno di un suo amico, Ludovica; ore trascorse in un locale in via Tommaso Campanella, risate e allegria con i suoi coetanei. Poi, finita la festa, una passeggiata con alcuni amici della comitiva, prima di fare ritorno a casa. Stavano parlando fitto, pensando alla festa e forse al lungo ponte dell’Immacolata. Parole che tutto a un tratto si sono trasformate in urla d’incomprensione e, poi, di dolore atroce: erano da poco passate le 10 di sabato sera, quando Ludovica si sarebbe accasciata a terra davanti ai suoi amici, senza più rialzarsi. Tutto sarebbe successo in pochi attimi, mentre in viale Europa quelle urla hanno richiamato l’attenzione di un carabiniere intento a prelevare dei soldi dal bancomat dell’ufficio postale. Non ha perso tempo il militare e si è avvicinato per vedere cosa fosse successo. Sentendo il polso debole della tredicenne, ha chiamato subito il 118 e i colleghi della Compagnia cittadina, diretti dal capitano Alberto Pinto. Giunta sul posto, l’equipe medica dell’ospedale di Praia a Mare si è accorta della mancanza di battito cardiaco dell’adolescente, le cui condizioni sin dall’inizio sono apparse gravi. Una volta caricata sull’autoambulanza, i medici del 118 hanno attuato tutte le procedure del caso per rianimarla, ma ogni tentativo è stato vano. Ludovica, dal momento che si è accasciata al suolo, non s’è più ripresa. Attoniti gli amici che erano con lei: non riuscivano a credere a quello che avevano visto, né a darsi una ragione. Intanto, in viale Europa, nonostante il freddo, s’è assiepata una piccola folla: le sirene dell’autoambulanza hanno richiamato tante persone sul luogo per vedere cosa stesse accadendo. Straziante l’arrivo dei genitori e dei parenti di Ludovica: il papà Michele, che è muratore, e la mamma Maria, casalinga, non sanno darsi pace. Come automi, hanno seguito l’autoambulanza che trasportava Ludovica al presidio ospedaliero di Praia, sperando in un miracolo, che il cuore della loro bambina ricominciasse a battere, che il destino non giocasse loro quello scherzo beffardo. Preghiere e lacrime a nulla sono servite: Ludovica pare sia morta nel tragitto verso l’ospedale. Dai primi riscontri del medico legale sembra che la tredicenne sia deceduta per un malore, ma sarà l’autopsia a fare chiarezza sulle cause della morte. Sconvolti i compagni di classe di Ludovica, descritta come una ragazza solare e altruista. 

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