
Si chiude il cerchio sulla triste vicenda che, lo scorso 25 luglio, vide coinvolto un bambino di 5 anni, abbandonato per diverse ore dai genitori nella loro casa in via “Campanella”, una delle strade centrali della cittadina tirrenica. Lui pakistano di 28 anni, lei lituana di 30 anni, all’epoca dei fatti furono denunciati dai carabinieri della Compagnia cittadina per abbandono di minore e maltrattamento in famiglia in concorso. Intanto il bambino, dopo essere stato curato dai medici dell’ospedale civile “I a nnelli” di Cetraro (diversi i segni di violenza sul corpo del bambino – alcuni in via di guarigione – inflitti, pare, con degli oggetti contundenti, oltre a escoriazioni, ecchimosi sul sedere, braccia e gambe) e rifocillato (pare non mangiasse da ore), fu affidato a una Casa famiglia di Cetraro, per poi tornare qualche settima fa dalla mamma e dal papà. Il Tribunale dei minori di Catanzaro, dopo le richieste avanzate dai legali dei genitori e accolte dal giudice, ha infatti revocato l’a f f i d a m e nto alla struttura, decidendo sul non luogo a procedere «in ordine allo stato di adottabilità”». Ma, nella notte tra venerdì e ieri, una svolta inattesa s’è registrata in questa vischiosissima vicenda e per i genitori sono scattate le manette: a seguito di un’attività d’i ndagine, i detective dell’Arma, coordinati dal capitano della Compagnia cittadina, Alberto Pinto, hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare con l’accusa di maltrattamenti in famiglia in concorso e abbandono di minore. Il pakistano, 28 anni, è ora nel carcere di Paola, mentre la moglie, lituana di 26 anni, è stata assegnata ai domiciliari. Il bambino – le cui condizioni, sia psichiche che fisiche pare siano migliorate in questi mesi – è con la madre, seguito dagli assistenti sociali del Comune. A fine luglio, i genitori lo avevano lasciato solo, mentre fuori il rumore delle macchine, le voci dei bagnanti, le risate dei bambini s’a m p l i f icavano. Si stava convincendo, quel piccolo, che la mamma e il papà lo avessero abbandonato e che lui doveva iniziare a lottare contro i fantasmi che cominciavano ad affollare la sua mente, in un regno dove dividere i buoni dai cattivi si stava trasformando in un’azione troppo complicata, specie se quelle mani invece di carezze danno schiaffi, puniscono, e quelle voci non sussurrano parole dolci ma urla che scalfiscono pure le mura di quel regno che poco ha di fatato. Ha provato a farsi coraggio, diventando il protagonista della sua triste storia, ma dopo tante ore rimasto solo a casa, i morsi della fame si sono iniziati a sentire e le lacrime hanno cominciato a venire giù. Quei lamenti hanno richiamato l’attenzione dei vicini di casa: non ci hanno pensato due volte ad avvisare i carabinieri della Compagnia cittadina, che sono arrivati subito sul posto coi vigili del fuoco e un’a u t o a m b u l a nza. Ha accennato un timido sorriso il bambino appena ha visto dal balcone i volti coperti da un casco: lo hanno tranquillizzato i pompieri. Hanno provato a dirgli parole dolci, suoni che il piccolo pare non capisse perché non conosce bene l’italiano. Aperta la porta dell’a p p a r t amento al terzo piano di via “Campanella”, i militari hanno sorriso al bimbo, che mostrava dei lividi sulle piccole braccia e le gambe. Preso in cura dai medici del 118, il piccolo fu trasferito all’ospedale “Iannelli” di Cetraro nel reparto di Pediatria, e i genitori denunciati per abbandono e maltrattamenti in famiglia in concorso. Uno scenario doloroso che è stato ricostruito dai carabinieri nella dettagliata informativa che è stata, successivamente, valorizzata dalla magistratura nel provvedimento cautelare emesso nei confronti dei presunti genitori-padroni.
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