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La Calabria domani alle urne

 Ancora un appuntamento con le urne, ancora un’occasione per tentare un recupero d’immagine. Sarebbe urgente, visto che sia in Italia che all’estero si guarda alla Calabria scuotendo la testa («... molto bella ma... ») e alla sua classe politica con rassegnata diffidenza. Domani si va al voto dopo la stagione di scandali che ha squassato la Regione, tra processi, devastanti accuse di sperperi e mortificanti revoche di atti amministrativi volti a occupare poltrone di potere. La traumatica interruzione della legislatura è solo concausa del clima tutto particolare che in questi mesi ha accompagnato i calabresi verso il voto, ma come detto c’è dell'altro. Un’irrisolta questione morale si aggiunge ai contraccolpi di una crisi che sembra non dover finire, alle difficoltà che si accumulano, alla mancanza di lavoro che è negazione del futuro, al declino della politica che cambia casacca appena può, vola basso e non va oltre la superficie dei problemi. Cinque, dunque, le ricette per venirne fuori. Le hanno offerte i candidati alla presidenza della Regione: in rigoroso ordine alfabetico, Cono Cantelmi del Movimento Cinquestelle, Nicola D'Ascola di Alleanza Popolare (Ncd e Udc), Wanda Ferro del centrodestra (Fi, FdI-An e Popolo della Libertà), Domenico Gattuso dell'Altra Calabria (raccoglie partiti e movimenti di sinistra) e Mario Oliverio del centrosinistra (Pd, Democratici e Progressisti, Centro Democratico, Oliverio Presidente, Nuovo Cdu, Autonomia e Diritti, Calabria in Rete, La Sinistra). Escono da una campagna difficile e fumosa, più divisiva che competitiva, avvolta da una coltre di nebbia finanche sugli effetti della nuova legge elettorale calabrese. Dai temi sollevati, al di là dei reciproci attacchi, è emersa la necessità di trovare un nuovo approccio con l’elettorato, stanco di promesse e poco incline all’entusiasmo rispetto all’opportunità di contribuire al cambiamento. Il rischio astensionismo c’è, anche se i candidati consiglieri fanno da traino agli elettori riottosi. La sfilata di big che ha in parte riscaldato le ultime ore della kermesse ha rafforzato la consapevolezza che le regionali calabresi rappresentano un test elettorale capace di incidere sullo scenario nazionale. La dinamica delle alleanze e delle coalizioni, alcune nate a neanche un mese dal voto, può fare da laboratorio ad alchimie nazionali o, viceversa, far saltare equilibri faticosamente raggiunti

Come si vota  

Si vota solo domani dalle 7 alle 23. L’elettore dovrà presentarsi con un documento di identità valido e la tessera elettorale. L’elettore può: votare solo per un candidato al presidente della Giunta regionale tracciando una croce sul relativo rettangolo; votare per un candidato a presidente della Giunta regionale, tracciando una croce sul relativo rettangolo, e per una delle liste a esso collegate, tracciando una croce sul contrassegno di una di tali liste; votare a favore solo di una lista tracciando una croce sul contrassegno (in tale caso il voto si intende espresso anche a favore del candidato presidente della Giunta a essa collegato).  L’elettore può esprimere nelle apposite righe della scheda un solo voto di preferenza per un candidato a consigliere regionale, scrivendone il cognome o il nome e il cognome.   Non è ammesso il voto disgiunto, per cui non è possibile esprimere il voto per un candidato presidente e contemporaneamente per una delle altre liste ad esso non collegate 

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