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Demenza in Aids
cura nel vaccino

Foto gazzetta del sud

La demenza nei pazienti con Aids può essere curata. La svolta arriva dal 16° International Meeting of the Institute of Human Virology di Baltimora. Lo sviluppo della  malattia si potrebbe anche prevenire, bloccando la proteina p17, causa della demenza, attraverso la somministrazione del vaccino terapeutico messo a punto dal prof. Arnaldo Caruso, microbiologo dell’Università di Brescia, originario di Cosenza. La ricerca italiana, dunque,  protagonista  del 16 International Meeting of the Institute of Human Virology di Baltimora, promosso da Robert Gallo, virologo di fama mondiale.   Nel corso dei lavori dell’assise scientifica  è stato il prof. Mark Slevin, ricercatore presso l’Università di Manchester a sostenere la p 17  sarebbe presente nel cervello  dei pazienti con Aids deceduti ed affetti da demenza. Dai dati presentati nel corso dell’assise scientifica dallo scienziato inglese emerge che  La p 17  sarebbe localizzata  nei focolai di degenerazione del tessuto nervoso che sono alla base del fenomeno della demenza e si  comporterebbe allo sesso modo  della proteina  beta –amiloide , che è causa di un’altra malattia neurodegenerativa che è l’Alzheimer.  In pratica è stato spiegato – suscitando notevole interesse- che la proteina, una volta accumulatasi  nel tessuto cerebrale, formerebbe fibrille tossiche per le cellule del cervello, inducendo così anomalie nel loro funzionamento. Lo studio è frutto  di una collaborazione tra i ricercatori dell’Università di Manchester e ricercatori dell’Università di Brescia diretti dal prof. Caruso e dell’Istituto Mario Negri di Milano, diretti dal dott. Mario Salmona. “ La demenza associata ad Aids- spiega il prof. Caruso- è caratterizzata da un impoverimento progressivo delle capacità cognitive, disfunzione motoria, anomalia del comportamento”. “ I sintomi più frequentemente riscontrati in corso  di Aids sono: rallentamento psicomotorio, rallentamento nell’elaborazione delle informazioni e difficoltà nell’apprendimento. Nei gradi  di più elevata  compromissione , il soggetto ha un eloquio  lento e monotono, ha difficoltà a trovare le parole, fino a diventare  mutacico, rallenta fortemente i movimenti diventando incapace di muoversi.” “Non esiste al momento- conclude- una terapia in grado di curare la demenza, ma solo farmaci in grado di attenuarne in alcuni casi i sintomi. Tutto ciò avviene anche in pazienti in terapia con farmaci antiretrovirali e nei quali il virus Hiv non è più rilevabile nel sangue”. Malati per i quali il vaccino costituirebbe  una nuova speranza.

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