Nicholas Green aveva solo 7 anni ed era un bambino dolce e generoso, come tanti. Ma il suo nome, soprattutto in Italia, dal primo ottobre 1994 è diventato sinonimo di altruismo ed è legato indissolubilmente alla campagna in favore della donazione degli organi. Nicholas, a fine settembre, era in Italia con i genitori Reginald e Maggie e la sorellina Eleanor, di 4 anni.
Un colpo di pistola lo centrò alla testa, mentre era a bordo di una Fiat Uno, durante una tentata rapina, il cui obiettivo, tra l'altro, era un rappresentante di gioielli che viaggiava su un auto dello stesso tipo e colore, lungo il tratto vibonese dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria. Il ragazzino morì il primo ottobre nell'ospedale di Messina, dove i genitori autorizzarono l'espianto degli organi. Adesso, nel ventennale del delitto, il padre Reginald, che oggi ha 85 anni, sarà in Italia dal 12 al 25 settembre per ricordare il figlio, dice in una intervista all'ANSA, ma anche per rilanciare il tema delle donazioni. "Ricordo ogni dettaglio - rievoca Reginald - la macchina che si affiancava alla nostra e le grida prima dei colpi di pistola. Corremmo a forte velocità e vidi l'auto dei rapinatori rimanere sempre più indietro. I bambini sul sedile posteriore sembravano dormire serenamente.
Ma quando trovammo un'auto della polizia e aprii lo sportello, Nicholas non si mosse. Fu il primo istante in cui ci rendemmo conto che era stato colpito. Non ho mai provato una desolazione simile. Dopo di ciò, il mio ricordo principale è la travolgente compassione di tutti quelli che incontrammo. Sembrava che l'Italia intera ci volesse abbracciare. Madri, padri e bambini vennero in hotel a Messina per darci parole di conforto, portare fiori per Maggie e peluche per Eleanor. Il Presidente della Repubblica e quello del Consiglio chiesero di incontrarci e ci trattarono come amici di famiglia e non i leader del Paese. Nessun'altra nazione al mondo ci avrebbe mostrato la stessa compassione dell'Italia". Poi Green parla del suo impegno a favore della donazione degli organi e dice:"Maggie ed Eleanor, come me pensano a Nicholas ogni giorno e sono grandi promotrici della donazione.
Ma mentre io lo faccio a tempo pieno, loro devono far combaciare l'impegno con le loro carriere. Maggie, che ha studiato architettura, è diventata costumista di un'innovativa compagnia operistica e crea costumi splendidi che i critici lodano molto. In questi giorni la casa è piena di cappelli da cardinale e vestiti colorati poiché sta lavorando a 'Tosca'. Eleanor ha studiato politica ed economia all'Università e lavora per alcuni politici molto conosciuti. I nostri gemelli, Laura e Martin, che adesso hanno 18 anni, sono appena partiti per il College a molte migliaia di chilometri. Abbiamo sempre parlato molto liberamente di Nicholas. Così, sebbene tutti i nostri figli siano tristi per il fatto che lui non sia con noi, non credo siano intimoriti da questo".
"Gli italiani - spiega poi Reginald riferendosi all'impennata di donazioni in Italia dopo il loro gesto - con il loro amore per i bambini, sono rimasti sconvolti nel vedere che un bambino innocente fosse stato colpito. Ed in modo particolare quando hanno scoperto che era un bambino così straordinario, che combinava l'amore per l'apprendimento con la gentilezza verso gli altri. Non ho mai saputo che Nicholas abbia fatto male a qualcuno nella sua vita. Amava l'Italia e sebbene avesse solo sette anni c'era già stato quattro volte, dalle Alpi fino a Paestum. Era affascinato dai racconti delle nobili gesta nell'Antica Roma e aveva anche attraversato il Rubicone. Credo che l'Italia abbia percepito di aver perso un meraviglioso amico".
"I tassi della donazione - ricorda ancora Reginald Green - schizzarono verso l'alto immediatamente dopo la morte di Nicholas e sono cresciuti notevolmente nei successivi dieci anni, triplicandosi in tale lasso di tempo e salvando letteralmente migliaia di vite. Molti altri fattori hanno contribuito a tale incremento, incluse le capacità delle equipe mediche e l'importante supporto della Chiesa e dei politici ad ogni livello. Ma poiché l'aumento in Italia è stato più elevato rispetto a qualsiasi altra nazione, è chiaro che la storia di un bambino ha cambiato il modo di pensare di milioni di persone. Anche così, però, quasi ogni giorno, qualcuno che è in lista d'attesa in Italia muore a causa della mancanza di organi. Ricordando alle persone il potere che hanno di salvare la vita di altre famiglie, noi speriamo che chiunque debba affrontare questa decisione sarà più propenso a dire 'sì'". "Ogni volta che ricevo una mail dall'Italia che mostra un bambino in una scuola o in uno dei parchi 'Nicholas Green' - conclude Reginald - il mio cuore ha un sussulto. Spero che le persone che vi si recano pensino occasionalmente a quel bambino che ha contribuito a rendere il mondo un posto migliore".