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Trasporto feriti?
Tutti in elicottero

 Quasi 6mila ore di volo classificate come interventi “secondari” che forse non andavano fatti in elicottero, ma con l’ambulanza. Servizi di trasporto aggiuntivi all’appalto per l’elicosoccorso, sui quali alla Regione Calabria è stato presentato un salatissimo conto di 20 milioni di euro. E che adesso rischia di trasformarsi in un vero e proprio salasso per 12 manager della sanità, a cui la Procura regionale della Corte dei Conti ha notificato una raffica di inviti a dedurre. L’atto firmato dalla procuratrice Cristina Astraldi De Zorzi coinvolge gli ex direttori generali del dipartimento Tutela della salute della Regione Calabria Armando Mascaro (1999-2000), Marino Nicolai (dal 2000 al 2002), Giancarlo Moroni (2002-2003), Federico Montesanti (2003-2004), Peppino Biamonte (2005), Raffaele Faillace (2005-2007) e Domenico Francesco Crupi (2007-2008). Inviti a dedurre, ancora, alle dirigenti di servizio Tommasina Pelaggi (si è occupata di elisoccorso dal 2005 al 2007) e Rosanna Maida (2007-2009) e ai dirigenti di settore del dipartimento Tutela della salute Rubens Curia (2005-2007) e Giacomino Brancati (2006-2007). Coinvolto pure Salvatore Parisi, nelle vesti di responsabile del procedimento giuridico-amministrativo del servizio di elisoccorso dal 2002 al 2005. Il presunto danno erariale contestato dalla Corte dei Conti ammonta esattamente a 19 milioni 886mila 752 euro. E fa seguito al verdetto di un collegio arbitrale che ha condannato la Regione al pagamento della somma alla società Elitaliana, aggiudicataria del servizio di elisoccorso in Calabria sin dal 1999. D’altronde, prima ancora del collegio arbitrale, anche l’Avvocatura regionale aveva fornito un parere sostanzialmente pro-Elitaliana. La questione è semplice: secondo la magistratura contabile la Elitaliana avrebbe dovuto intervenire, per contratto, nell’esecuzione dei cosiddetti voli primari atti, cioè, a garantire la normale assistenza tramite mezzo aereo sul luogo di un’emergenza sanitaria, provvedendo al trasporto dei pazienti in un idoneo presidio sanitario. E fin qui nulla di strano. L’inghippo starebbe, secondo l’accusa, in un presunto abuso d’interventi secondari da garantire con ambulanza terrestre e che invece sono stati effettuati anch’essi con mezzo aereo e tanto di relativa fatturazione aggiuntiva rispetto al contratto. Su incarico del procuratore De Zorzi, la Guardia di Finanza ha accertato dal primo marzo 2000 al 31 luglio 2009 «un’imponente attività di volo» pari a 6mila 853,57 ore per le tre basi regionali di elisoccorso (Lamezia Terme, Locri e Montalto Uffugo), «suddivise in 879,20 euro per interventi primari e 5.954,37 ore per interventi secondari ». Un surplus di lavoro rispetto alle previsioni contrattuali che Elitaliana avrebbe chiesto più volte, invano, di regolarizzare. E che inevitabilmente è sfociato in un lodo arbitrale da cui è venuta fuori una mazzata per la Regione Calabria. «Il collegio – scrive la procuratrice De Zorzi negli inviti a dedurre – ha di fatto riconosciuto come valida la quantificazione delle differenze tariffarie maturate da Elitaliana ». Ergo, la Regione paghi 20 milioni in più...

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