Il boss della 'ndrangheta Matteo Alampi, 45 anni e la moglie Maria Giovanna Siclari, 43, entrambi di Reggio Calabria, sono stati estradati al confine italo-francese di Ventimiglia. Erano stati arrestati il 22 luglio scorso in Costa Azzurra, a margine di una vasta indagine condotta dai carabinieri del Ros che aveva portato all'arresto di 24 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, turbata libertà degli incanti, intestazione fittizia di beni e sottrazione di cose sottoposte a sequestro, con l'aggravante delle finalità mafiose. Al centro dell'operazione ci sarebbero stati gli interessi della cosca Alampi nella gestione di alcune discariche e le infiltrazioni negli appalti ecologici. Alampi, definito dagli investigatori "imprenditore 'ndranghetista" e la moglie erano stati arrestati dal servizio regionale della polizia giudiziaria di Nizza e dagli uomini del Ros anche grazie al servizio di cooperazione di Interpol. Alampi, dopo la scarcerazione avvenuta nel marzo scorso, al termine di un periodo di detenzione per associazione mafiosa, si era trasferito a Villefranche Sur Mer per sottrarsi alla notifica della sorveglianza speciale. Su Alampi pendeva un mandato di arresto europeo emesso dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, per associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni. E' ritenuto la mente imprenditoriale dell'organizzazione, già capeggiata dal padre Giovanni arrestato nel 2010 durante l'operazione "Il Crimine". Alampi e la moglie sono stati presi in consegna dalla polizia di frontiera di Ventimiglia: l'uomo è stato accompagnato nel carcere di Sanremo mentre la donna è stata trasferita a Genova, nel carcere femminile di Pontedecimo.(ANSA).
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