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Cresce il lavoro e scende il numero dei magistrati

 Il lavoro abbonda e il numero di magistrati dimagrisce. Accade a Reggio Calabria, nella provincia in cui la ‘ndrangheta – prima potenza criminale al mondo – è più forte. Il tema, discusso pochi giorni fa nel Palazzo di Piazza Castello con il ministro della Giustizia Andrea Orlando, torna d’attualità a rimorchio dell’operazione “Mauser” contro la cosca Cacciola di Rosarno. Un epilogo giunto dopo la bellezza di otto anni dall’inizio dell’attività investigativa e che il procuratore della Repubblica, Federico Cafiero de Raho, motiva così: «I ritardi sono conseguenti al mancato ascolto di un allarme sulle carenze d’organico che da questa Procura è stato dato ripetutamente ». «I reati – spiega il procuratore – vengono commessi in straordinaria abbondanza. Abbiamo incontrato il ministro della Giustizia per dire che gli organici sono vuoti per un terzo. Dalla Dda vanno via tre magistrati di grande esperienza, altri due erano andati via circa un anno e mezzo fa, quindi tutta la Dda si rinnoverà del 50 per cento con elementi anche molto giovani. Su Reggio Calabria non ci sono domande di magistrati anziani, i magistrati si formano a Reggio e poco dopo entrano alla Dda, unico caso rispetto al resto del Paese ». Incalza de Raho: «Qui il numero di magistrati non è mai soddisfatto, mancano sempre tre e anche sei unità. Al ministro della Giustizia abbiamo fatto richiesta non solo del riempimento dell’organico del personale amministrativo, perchè l’organico dei magistrati compete al Csm, ma abbiamo anche detto che un organico di 26 è insufficiente, e abbiamo chiesto e un aumento di almeno cinque unità. Questo – sottolinea il procuratore – è un esempio di come su determinati fatti su cui bisognerebbe intervenire con urgenza non c'è la possibilità di farlo. In quegli stessi anni vi sono state indagini che hanno richiesto impegno eccezionale».

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