La Dda di Reggio Calabria, nella richiesta al gup di giudizio immediato per Claudio Scajola, Chiara Rizzo e Martino Politi, secondo quanto si è appreso da una fonte qualificata, non ha contestato l'aggravante prevista dall'art. 7 di avere agevolato la 'ndrangheta. L'aggravante era stata esclusa dal gip Olga Tarzia che aveva emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita l'8 maggio scorso dalla Dia reggina nei confronti di Scajola e di altre sette persone. Sul punto c'è stato poi il ricorso, in sede di appello, della Dda al Tribunale del riesame di Reggio Calabria. Dopo due rinvii per motivi tecnici, l'udienza è stata aggiornata al primo ottobre. Tra gli altri cinque indagati nell'inchiesta figura anche lo stesso Matacena al quale, nel frattempo, la Corte di Cassazione ha ridotto la condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa da 5 a 3 anni. Gli altri indagati sono la madre di Matacena, Raffaella De Carolis, la segretaria dell'ex politico Maria Grazia Fiordalisi, la segretaria di Scajola, Roberta Sacco, e l'ad della società Amadeus, la holding della famiglia Matacena, Antonio Chillemi. Le loro posizioni, secondo la stessa fonte, sono state stralciate. Il gup di Reggio Calabria Barbara Bennato ha cinque giorni di tempo per accogliere o respingere la richiesta della Dda. (ANSA) |
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