Ecco alcuni stralci della lettera che mons. Giuseppe Satriano ha inviato ai fedeli della sua nuova diocesi. “Miei cari fratelli e sorelle che siete nella chiesa di Rossano – Cariati: “Pace a voi”.E’ con grande trepidazione che mi ritrovo a scrivervi questo saluto, consapevole della pochezza di ciò che sono e la responsabilità del compito affidatomi. Anche se non vi conosco e non ho ancora potuto incontrarvi, abbracciarvi, ascoltarvi, avverto la bellezza di ciò che siete: figli amati dal Padre, membra vive del corpo mistico di Cristo che è in Rossano – Cariati. A voi tutti auguro il dono della Pace, la pienezza di una vita segnata dall’amore e colma di ogni benedizione celeste. Ricevendo l’invito del Santo Padre consegnatomi dal Nunzio Apostolico, emozioni contrastanti hanno ingombrato il cuore. Guardare ai limiti reali che porto e al significativo servizio richiesto non è stata cosa facile. In quei giorni però mi è stata regalata una parola colma di conforto e speranza, tratta dal vangelo di Luca che desidero condividere: “Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli”(Lc 22,31-32). La sfida, bella ed ardua, trova una luminosa premessa nella millenaria storia cristiana di Rossano-Cariati e nelle radici sante che vi hanno generato. Il vostro andare continua ed ora ci vede insieme. Laici, religiosi, presbiteri, uomini e donne, pastori santi dal cuore generoso, hanno segnato il cammino dei secoli, rendendo sempre più bello il volto di questa Sposa e permettendo il germogliare della fede e della santità di vita: a tutti va il mio pensiero grato e orante. Vengo a voi, dunque, come Pastore, ma anche come fratello, come pellegrino che lascia la sua terra, la sua vita, per dimorare nel cuore di una comunità da cui tanto ho da imparare, nel solco di quanto ci ricorda Papa Francesco con la sua esortazione Evangelii Gaudium: “La vita si rafforza donandola e s’indebolisce nell’isolamento e nell’agio. Di fatto, coloro che sfruttano di più le possibilità della vita sono quelli che lasciano la riva sicura e si appassionano alla missione di comunicare la vita agli altri ” (EG 10). Desidero salutare con affetto fraterno S.E. Mons. Santo Marcianò, Ordinario Militare e già vostro pastore amato, che tanto ha lavorato con voi e per voi in questi ultimi otto anni. Un saluto colmo di rispetto filiale al Presidente della Conferenza Episcopale Calabra, S.E. Mons. Salvatore Nunnari, e in un lui a tutti fratelli dell’Episcopato Calabrese. Un abbraccio grato a Mons. Antonio De Simone, che in questi mesi ha sostenuto e amministrato la vita della diocesi, in lui mi rivolgo con affetto a tutti i sacerdoti, i diaconi e i cari seminaristi. Tra circa un mese festeggerete la Vergine Santa, nostra patrona, venerata con il titolo di Achiropita. A Lei, testimone dell’Assoluto di Dio, affidiamoci con gioia perché inteneriti dal suo dolce sguardo possiamo lasciarci sedurre con fiducia e crescere nella capacità di vivere secondo la volontà di Dio”. La lettera si conclude con una solenne benedizione.
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