Medcenter Container non perde tempo e subito dopo la conclusione delle operazioni internazionali di trasbordo delle sostanze tossiche siriane, batte “cassa” al governo. Non vuole far passare altro tempo la società che gestisce il porto di Gioia Tauro, temendo che i riflettori della politica sullo scalo calabrese possano di nuovo spegnersi e ha attivato la procedura per il rinnovo della cassintegrazione straordinaria per riorganizzazione aziendale inviando una comunicazione ufficiale ai sindacati e alla Regione per avviare l’esame congiunto sulla gestione di 385 esuberi fino a luglio del 2015. Un provvedimento comunque atteso dal momento che già da tempo la società terminalista aveva comunicato al governo l’intenzione di procedere con il prolungamento dei primi 24 mesi di cigs. Adesso ci sono numeri precisi e chiari: in base agli indici degli esuberi mensili analizzati fino a giugno 2014 il ricorso alla cassintegrazione scende di 100 unità da 486 a 385. Un numero ridotto rispetto al 2012 ma sempre alto e a breve inizierà l’iter di confronto con le organizzazioni sindacali nella sede di Confindustria a Reggio (anche se il procedimento dovrebbe essere più snello rispetto a quello della prima autorizzazione ministeriale del 2012.
L’ultimatum
L’unica compagnia che porta i container al porto di Gioia Tauro, la Msc, ha chiesto alla Medcenter di velocizzare le operazioni navali. Lo scalo viaggia, infatti, col “freno a mano” a causa del passaggio al nuovo sistema di lavorazione denominato “navis 4”. Dopo la prima nave, operata nel settembre del 1995, il principale sistema informativo del terminal è evoluto per gestire le esigenze di un business in continua crescita. Le operazioni nel terminal vanno a rilento e sono state dirottate alcune navi in altri porti. Adesso, però, sembra che la situazione stia migliorando e nei prossimi giorni ci saranno sviluppi.
Zona Economica Speciale
Archiviata la pratica armi chimiche, tutti i politici e non solo stanno cercando di spronare il governo ad attivarsi per la costituzione della Zes nell’area portuale. Ma da Roma non arrivano segnali incoraggianti. Se da un lato le commissioni del Senato, anche grazie alla pressione di Antonio Caridi, stanno cercando di velocizzare un iter a lungo fermo (nei prossimi giorni dovrebbe essere sentita la presidente della Regione Antonella Stasi) dall’altro il governo dovrebbe, e pure in tempi brevi, procedere con l’invio di tutti gli atti a Bruxelles per velocizzare l’iter del riconoscimento della Zona Economica Speciale. Ma, oltre gli annunci della famosa “cabina di regia”, non sembra ci sia una immediata volontà di procedere a questo adempimento. Anzi sembra tutto il contrario dal momento che pare ci siano parti della maggioranza non favorevoli alla costituzione della Zes in Calabria.
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