L’inerzia delle istituzioni pubbliche arma il braccio del volontariato. Lo stato di abbandono in cui versano le aree immediatamente adiacenti al Capt di Lungro, invase da erba alta e da sporcizia preoccupano i volontari dell’associazione Don Vincenzo Matrangolo di Acquaformosa. Con una nota congiunta indirizzata ai vertici dell’azienda sanitaria cosentina, al direttore sanitario del presidio lungrese e al comando dei carabinieri della città arbëreshe, l’associazione, presieduta da Mimma Laffusa, ha preannunciato di voler avviare la prima fase di una campagna ecologica volta a pulire le aree verdi e gli ampi cortili che insistono nelle zone interne alla struttura sanitaria arbëreshe, utilizzando volontariamente i ragazzi ospiti del progetto di accoglienza di Acquaformosa. Cosi i membri dell’associazione che gestisce i progetti Sprar per i rifugiati politici ed i richiedenti asilo, lunedì mattina, di buon’ora, insieme agli immigrati, muniti di guanti, tagliaerba, falci, cesoie, scope e rastrelli, daranno avvio alle operazioni di pulizia e di taglio dell’erba per ripristinare il decoro ad un presidio frequentato quotidianamente da una vasta utenza che, evidentemente, versa in uno stato di totale incuria. Dunque gli immigrati ospiti nelle gjitonie di Acquaformosa, dopo aver attraversato il Mediterraneo ed essere scampati a mille pericoli, con il sudore della propria fronte, volontariamente garantiranno un servizio che la politica distratta e i grandi manager della sanità oggi non riescono proprio ad assicurare.