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“Safe City”, la Digos acquisisce atti al Comune

 Nuova “puntata” della maxi- inchiesta battezzata Catanzaropoli. Come ampiamente preventivato, gli inquirenti hanno acceso i riflettori anche sul progetto “Safe City”, e nei giorni scorsi gli agenti della Digos - delegati dal sostituto procuratore Gerardo Dominijanni - hanno bussato alla segreteria generale di Palazzo De Nobili per acquisire la relativa documentazione. Otto, finora, gli indagati dei quali si è appresa l’identità; s’ipotizzano vari reati, dall’abuso d’ufficio alla concussione passando per il peculato: multe tolte agli amici, telefoni di servizio utilizzati per fini privati, incarichi professionali conferiti senza selezione e persino un caso di prestazioni sessuali promesse in cambio del rinnovo di una carta d’identità. A queste vicende se ne aggiungono altre tuttora al vaglio della Procura, che tramite la Digos ha intercettato per mesi telefoni, auto ed uffici. Si parla di lavori pubblici e assunzioni fra i settori attenzionati. In questo contesto rientrerebbe il progetto “Safe City”, un intervento in stile “grande fratello” da 23 milioni di euro che avrebbe consentito il monitoraggio della città h24 per garantire migliori condizioni di sicurezza. Alcune intercettazioni attesterebbero pressioni sulla Regione per ottenere la consistente somma dai fondi Pon (che poi non arriverà, tanto che il progetto è stato accantonato); al momento nessuna ipotesi di reato, ma le intercettazioni restano un “campanello” che avrebbe destato l’attenzione della Procura della Repubblica.

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