La rimodulazione della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani rischia di mettere in ginocchio i comuni calabresi. La Regione Calabria raddoppia e, in alcuni casi, triplica le tariffe, dimenticandosi delle sciagure che la gestione del sistema ha prodotto in oltre quindici anni di commissariamento e che, oggi, stanno avendo un epilogo ancora più disastroso. Non si può consentire ad un decreto dirigenziale di mettere sul lastrico le comunità calabresi solo per salvare i bilanci di un Ente che, al contrario, per lunghi anni, ha sperperato risorse senza offrire una soluzione al problema. La Giunta regionale, allora, arroghi a sé il diritto, sancito per legge, di rimodulare le tariffe e adeguarle alle palesi difficoltà dei comuni che stanno mettendo in cantiere diverse e nuove iniziative per rilanciare la raccolta differenziata. Non si può pensare di far pagare 200euro per ogni tonnellata di rifiuti conferiti. E per Rossano si prospetterebbe, per l’annualità 2014, una spesa di oltre 2,8milioni. È quanto dichiara il sindaco Giuseppe Antoniotti aderendo alle iniziative promosse dall’Anci Calabria e dai singoli Comuni per contrastare una scelta che rischierebbe di mandare in dissesto diversi comuni della Regione.Il Sindaco Antoniotti ha aderito alla proposta di altri colleghi sindaci calabresi di ricorrere davanti al Tar Calabria per impugnare il decreto dirigenziale n.5823/2014. In quanto la legge regionale n.18 del 12 aprile 2013 demanda espressamente alla Giunta regionale e non al decreto dei dirigenti, la competenza a rimodulare le tariffe in materia di rifiuti.