Con l'elezione a sindaco di Marcello Manna, avvocato penalista di lungo corso, la sinistra perde dopo 62 anni di regno incontrastato e ininterrotto la roccaforte di Rende, comune di 35 mila abitanti intimamente legato a Cosenza, con la quale rappresenta praticamente un "unicum" urbanistico. Finisce così l'era del "principismo" che cominciò nel 1962 con la prima elezione a sindaco di Francesco Principe, esponente di primo piano a livello nazionale del Partito socialista, deputato per tre legislature, più volte sottosegretario e presidente della Regione Calabria dal 1985 al 1987. Un impegno politico ed amministrativo proseguito dal figlio Sandro, anch'egli più volte deputato e sindaco di Rende, scampato miracolosamente ad un agguato il 29 maggio del 2004 ad opera di un ex bancario, Sergio Staino. Sandro Principe, che è stato più volte assessore regionale, è attualmente il capogruppo del Pd alla Regione Calabria. Manna, 59 anni, eletto sindaco con il 57,7%, ha battuto, grazie al sostegno di un consistente gruppo di liste civiche non soltanto di centrodestra ma di varia estrazione, Pasquale Verre, medico chirurgo, candidato del centrosinistra, che ha ottenuto il 42,3%. Manna, parlando con l'ANSA, commenta la sua vittoria come "la rottamazione di un feudo, merito di un progetto attorno al quale - dice - siamo riusciti a coagulare un ampio arco di forze democratiche che hanno voluto porre la parola fine ad un vecchio modo di fare politica a Rende e che reclamano un cambiamento radicale. Un desiderio di novità che ha portato anche alla rinuncia ai loro simboli da parte dei partiti di centrodestra che mi hanno sostenuto. Una scelta di cui va dato loro merito. Si è creato così uno schieramento trasversale di forze che si sono coagulate attorno ad un 'Laboratorio civico' che è stato capace di raccogliere tutte le forze del cambiamento che a Rende avevano ed hanno grandi aspettative. Importante è stato anche l'apporto di movimenti universitari anche di sinistra. A dimostrazione dell'efficacia del nostro messaggio politico. Abbiamo già varato la Costituente per Rende in cui sono rappresentate tutte le forze che aspirano ad cambiamento radicale della città". "Rende ha dimostrato così - conclude Marcello Manna - che in Calabria si può fare anche un progetto di buona politica mettendo insieme tutte le forze sane di questa città". Da rilevare che ai seggi, per il ballottaggio, si è presentato il 51,3% degli aventi diritto, quasi il 20% in meno rispetto al primo turno, quando votò il 72%.
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