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Figlia pentita di boss
riconosce Aiello

"E' l'uomo che veniva utilizzato come sicario per affari che dovevano restare molto riservati, me lo hanno detto i miei zii Raffaele e Pino". A parlare è Giovanna Galatolo - secondo quanto scrive oggi Repubblica -, figlia quarantottenne del boss palermitano Vincenzo, riconoscendo in un recente confronto all'americana Giovanni Aiello, ex poliziotto della questura di Palermo, chiamato "faccia da mostro" e sospettato di essere coinvolto in stragi e delitti eccellenti in Sicilia. Il confronto - scrive Repubblica - è avvenuto qualche giorno fa davanti ai pm dell'inchiesta bis sulla trattativa Stato-mafia, in una caserma della Dia, dove erano presenti anche tre attori somiglianti ad Aiello; ma la donna lo avrebbe individuato senza esitazioni: "E' lui, non ci sono dubbi. Si incontrava sempre in vicolo Pipitone con mio padre, con mio cugino Angelo e con Francesco e Nino Madonia. Tutti i miei parenti lo chiamavano 'lo sfregiato', sapevo che viaggiava sempre tra Palermo e Milano". 

Aiello è indagato da quattro procure: Palermo, Caltanissetta, Catania e Reggio Calabria e ha sempre respinto ogni addebito. Risiede a Montuoro, in provincia di Catanzaro, e recentemente ha sostenuto di non mettere piede in Sicilia dal '76. 

Ma durante una perquisizione nella sua abitazione, gli investigatori avrebbero trovato, tra l'altro, biglietti recenti del traghetto per Messina. (ANSA)

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