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Tiro incrociato sulla legge elettorale

   Il giorno dopo l’ultimo Consiglio regionale non si placano le polemiche che hanno accompagnato il varo della nuova legge elettorale. Una legge avversata e contestata in aula dall’opposizione e da componenti della maggioranza (Magarò e Chizzoniti) che hanno insistito sull’esistenza di profili di incostituzionalità. Ieri gli attacchi sono continuati. Dall’opposizione, in particolare da Giordano (Idv) sono piovuti altri strali sulla scelta del centrodestra di andare fino in fondo e non fermarsi neanche quando davanti ai dubbi di legittimità costituzionale della legge sollevati dal settore legislativo del Consiglio, in relazione alla riduzione del numero delle circoscrizioni. La legge prevede, tra l’altro, l’abrogazione del voto disgiunto e nuove norme per l’indizione delle elezioni che non sarà più in capo al prefetto di Catanzaro ma al presidente della Giunta. Intanto il presidente Talarico difende quanto fatto dal Consiglio nel corso dell'ultima seduta: «Sono stati affrontati argomenti fondamentali come la riduzione del numero dei consiglieri da 50 a 30, sancita con la seconda lettura della modifica dello statuto, e l’approvazione della riforma della legge elettorale che rivede le circoscrizioni regionali e alza lo sbarramento di coalizione al 15%. È un ottimo risultato perchè si tratta di provvedimenti importanti che fisseranno le regole per il futuro al fine di non lasciare la Calabria allo sbando e nel caos». Mercoledì 11 ci sarà un’appendice, sotto forma di seduta in convocazione straordinaria per varare l'assestamento di bilancio, che era un punto all’odg del Consiglio di martedì ed è stato rinviato perchè è arrivato dalla Giunta solo a poche ore dall’avvio dei lavori. In merito ai provvedimenti licenziati dalle commissioni e non trattati in Consiglio, Talarico spiega che «gli uffici legislativi esprimeranno il loro parere, anche se crediamo di potere, dopo la presa d’atto delle dimissioni, approvare alcuni provvedimenti legislativi aggiuntivi indispensabili nel campo dei lavori pubblici, dell’urbanistica e della sanità».

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