La Calabria degli artisti. E dei talenti. La terra, per intenderci, di Gianni Amelio, di Peppino Mazzotta, di Max Mazzotta, volti noti al cinema moderno. Ma pure la terra di Aroldo Tieri, Raf Vallone, Gianna Maria Canale indimenticati protagonisti di grandi capolavori della celluloide. La Calabria serbatoio di energie e di idee per il cinema, il teatro, la televisione. Grazie agli scritti degli autori nostrani i palcoscenici italiani hanno scoperto il meridione creativo, capace di rileggere i capolavori della tragedia greca e della migliore produzione teatrale nazionale ed europea, così come, al cinema e in tv, il grande pubblico ha potuto apprezzare la visione critica e la vera storia d'un Mezzogiorno tradito ma ricco di risorse intellettuali e umane. La Calabria come set naturale per girare fiction televisive – “Il giudice meschino” e “Artemisia Sanchez” – o pellicole di eccezionale valore destinate alle sale cinematografiche di piccole e grandi città. L’ultimo film girato nella zona settentrionale della regione s’intitola “La moglie del sarto”, dura 98 minuti, ed è firmato da Massimo Scaglione (David di Donatello nel 1992). Prodotto dallo stesso Scaglione e da Rosaria Gaudio (David di Donatello come miglior regista esordiente nel 1992 per “Angeli a Sud”), il lungometraggio è stato interamente realizzato a Cosenza e nella zona dell’alto Tirreno cosentino, tra Fiumefreddo Bruzio, Scalea e Praia a Mare. Protagonista, una bellissima e intensa Maria Grazia Cucinotta, lo straordinario Toni Sperandeo,con accanto i giovani Marta Gastini (Giulia Farnese nella fiction sui Borgia) e Alessio Vassallo, Giacomo Battaglia, ed una nutrita pattuglia di attori cosentini. La pellicola è una commedia dolce-amara che racconta la lotta di una madre e di una figlia per difendere la propria indipendenza e la propria dignità contro la politica corrotta, le maldicenze e la violenza maschile nella Calabria degli anni ’60.