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Why Not, giudici d’appello e pg denunciati da Loiero al Csm

loiero agazio

 Da imputato a testimone. L’ex governatore della Regione, Agazio Loiero, è stato sentito nell’ambito del processo a carico di sei imputati accusati di associazione per delinquere nell'ambito dell'inchiesta “Why Not” sui presunti illeciti nella gestione dei fondi pubblici. Alla sbarra gli esponenti politici Nicola Adamo, Ennio Morrone, Franco Morelli e Dionisio Gallo, e inoltre il coordinatore del consorzio “Brutium” di cui si parla nell’inchiesta “Why not”, Giancarlo Franzè, e il dirigente della Regione Calabria, Aldo Curto. Gli imputati sono stati rinviati a giudizio il 6 aprile 2012 dal giudice dell’udienza preliminare di Catanzaro davanti al quale sono comparsi dopo che la Corte di cassazione ha annullato il loro proscioglimento sentenziato il 2 marzo del 2010 dal giudice Abigail Mellace. Il colpo di scena all’inizio della testimonianza di Loiero. «Per chiarezza devo dire che ho presentato un esposto al Csm contro i giudici e i sostituti procuratori generali, che oggi sono qui in aula a interrogarmi, per la sentenza di condanna in appello». La dichiarazione ha lasciato impassibile il pg Massimo Lia che ha iniziato l’i n t e r r o g a t orio. In precedenza il collegio del Tribunale (presidente Giovanna Mastroianni, a latere Anna Maria Raschellà e Sergio Natale, cancelliere Vitaliana Di Lieto) si era espresso sul fatto che Loiero potesse essere sentito come teste solo in presenza di un legale. Per questo motivo è intervenuto l’avvocato Ermenegildo Massimo Scuteri in sostituzione dell’avvocato di Loiero, Nicola Cantafora. L’ex presidente ha quindi ricostruito gli avvenimenti precedenti e successivi alle elezioni regionali del 2005 (dove è stato eletto), dei suoi rapporti con Saladino e degli incontri avvenuti informalmente nella sua abitazione insieme all’allora segretario generale Nicola Durante (che ha testimoniato subito dopo) a Caternina Merante, Giancarlo Franzè e l’avvocato Pileggi, oltre ovviamente a Saladino. «Io fui sempre contrario - ha detto Loiero - al precariato. Al punto che non vedevo di buon occhio la proposta di far proseguire il lavoro svolto dai ragazzi per i quali stava per scadere l’appalto con la Regione. Io non assunsi impegni». Poi Loiero ha riferito della delibera «a esclusivo indirizzo politico che ha lasciato la decisione nelle mani dei dirigenti. Io fui riluttante perchè contrario al precariato. ma la politica deve anche dare risposte ».

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