L’Emilia Romagna: bella e addormentata. Nella patria della mazurka e della piadina s’incrociano gli interessi delle più potenti mafie italiane. ’Ndrangheta e camorra riciclano denaro dividendosi, tra un bicchiere di lambrusco e una porzione di culatello, pure le quote di mercato del narcotraffico. È questo l’inquietante quadro che emerge da un’articolata inchiesta dei carabinieri del Ros, coordinata dalla Dda di Bologna, che vede complessivamente indagate 17 persone – due finite agli arresti e una terza sottoposta a divieto di dimora nel capoluogo emiliano – per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione di materiale esplodente e armi, favoreggiamento personale, aggravati dalle finalità mafiose. L’indagine, ieri, ha portato al sequestro di beni del valore di 600 mila euro . Gl’investigatori del generale Mario Parente hanno cominciato a compiere mirati accertamenti dopo l’arresto di Nicola Acri, detto “occhi di ghiaccio”, ritenuto dalla magistratura inquirente felsinea e calabrese a capo della ’ndrina di Rossano, in provincia di Cosenza. L’uomo venne scovato dal Ros nel novembre 2010, dopo tre anni di latitanza, in un supermercato di Borgo Panigale mentre faceva acquisti con la moglie. Le attenzioni degli inquirenti, dopo l’arresto della “primula” calabrese, si concentrarono su Roberto Ammirato, finito in manette insieme ad Acri e poi scarcerato, ora tornato in carcere con nuove accuse.
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