Calabria

Sabato 23 Novembre 2024

"Aspetterò libero
il responso della Corte"

"E da quando sono andato via che penso sempre se tornare o meno. Questo è stato il motivo del litigio, della separazione e del divorzio da mia moglie. Lei voleva che non andassi via. Io ero convinto che fosse utile aspettare da libero quanto meno le decisioni della Cassazione sul ricorso straordinario che ho fatto e della Corte europea dei diritti dell'uomo". Lo ha detto Amedeo Matacena, intervistato da Sky.

Nelle conversazioni tra Claudio Scajola e Chiara Rizzo spesso si indicava il figlio di Matacena, ma in realtà ci si riferiva all'imprenditore latitante. E' quanto rileva il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Reggio Calabria, Olga Tarzia, che ha emesso l'ordinanza nei confronti di Scajola ed altre sette persone per il favoreggiamento della latitanza di Amedeo Matacena. "E' possibile rilevare - scrive il giudice - che le conversazioni tra Claudio Scajola e Chiara Rizzo spesso sono schermate, allusive ed indirette, nel tentativo di non fare comprendere, nell'ipotesi di 'intrusione', il soggetto cui si riferiscono nei loro dialoghi, alludendo ad esempio in un caso al figlio della Rizzo, ma in realtà riferendosi ad Amedeo Matacena". 

Arriveranno non prima di martedì o mercoledì prossimo atti, documenti, pc e materiale informatico sequestrato dalla Dia nel corso delle perquisizioni fatte nell'ambito dell'inchiesta che ha portato all'arresto dell'ex ministro Claudio Scajola e di altre sette persone accusate di avere favorito la latitanza dell'ex deputato di Fi Amedeo Matacena. Tra le carte vi è anche una lettera che, secondo gli investigatori, potrebbe costituire un elemento "decisivo" per confermare le accuse a Scajola. Si tratta di una lettera scritta al computer in francese con una sigla che secondo gli investigatori potrebbe essere quella dell'ex presidente libanese Amin Gemayel indirizzata al "mio caro Claudio". Nella lettera si legge che "la persona potrà beneficiare in maniera riservata della stessa posizione di cui gode attualmente a Dubai" e "avrà un documento di identità". Nella lettera si dice anche che "troveremo un modo per per fare uscire la persona dagli Emirati Arabi e farlo arrivare in Libano". Un riferimento chiaro, per l'accusa, ad Amedeo Matacena, che si trova attualmente a Dubai. (ANSA).

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