Divampa a Lungro la polemica sul depauperamento dell’ospedale cittadino, trasformato in Capt e sferzato dalla scure aziendale che continua a ridurre le prestazioni sanitarie erogate nella struttura. Il trasferimento del primario di Lungodegenza già responsabile della Uoc ospedaliera, ha innescato una serie di proteste perché, secondo quanto sostengono amministratori e sindacati, «va nella direzione opposta a quanto stabilito nell’ultimo atto aziendale». Il disegno dell’Asp è netto, i provvedimenti adottati vanno nella direzione che vuole smantellare la Lungodegenza, operativa a Lungro da oltre 12 anni, per istituirla al Capt di Trebisacce. L’intento si esplicita con una serie di provvedimenti aziendali adottati tra la fine del 2012 e per tutto il 2013 che passano dall’istituzione della lungodegenza-geriatria, come unità operativa di tipo ospedaliera nel presidio spoke di Rossano al Capt di Trebisacce. Una “manovra” scandita da una serie di atti tutti a danno della struttura lungrese, presidio sanitario che nel giro di soli quattro anni da 80 posti letto si è ridotto a struttura con una media giornaliera di soli 5 ricoveri. Ad oggi il Capt lungrese non ha mai operato a regime, i sanitari in servizio nel reparto geriatrico lavorano sempre in emergenza, gli ambulatori specialistici di geriatria, diabetologia nutrizionale, cardiologia, gastroenterologia e oculistica risultano “congelati”, la radiologia opera a rilento e il pronto soccorso è attivo solo nelle ore diurne. Appelli, denunce richieste di incontro avanzate da sindacati, sindaci e operatori, sono cadute sempre nel vuoto. Il trasferimento del primario dottor Camillo Mancioli, disposto lo scorso mese di febbraio con un atto del direttore generale Scarpelli ed esecutivo dal primo maggio, è stato duramente contestato dai sindacati. Con una nota a firma del segretario provinciale Elio Bartoletti, la Uil ha chiesto al Dg dell’Asp di revocare il provvedimento di mobilità perché «nullo poiché emesso in violazione del decreto del presidente della regione 127/2011 e del regolamento per la riallocazione del personale medico con funzioni dirigenziali». Nel proscenio della vita quotidiana nel distretto del Pollino, i livelli essenziali di assistenza continuano a non essere garantiti e le richieste di salute dei cittadini vengono inghiottite dalla burocrazia e dai provvedimenti aziendali «estemporanei».
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