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Processo Stop
condanna per
Nicola Acri

Ha retto in pieno l’impianto accusatorio nel processo con rito abbreviato scaturito dall’operazione “Stop” del 19 giugno dello scorso anno che di fatto ha disarticolato la cosca Acri-Morfò di Rossano. Le pene più gravi 12 anni e 8 mesi al presunto capocosca, Nicola Acri, “Occhi di ghiaccio”,  10 anni e 8 mesi al fratello Gennarino, 10 anni per Carmine Morello. Pene variabili fino a 8  anni per gli altri sette imputati. Nel processo si erano costituiti parte civile il Consiglio dei Ministri e la Regione Calabria. Dunque sono state accolte le richieste del sostituto procuratore della DDA di Catanzaro, Vincenzo Luberto che nella sua lunga requisitoria aveva chiesto 90 anni di carcere e  aveva ricostruito l’organigramma e le attività della consorteria jonica. In particolare l’imposizione del monopolio nella distribuzione del caffè e del pane a tutti gli esercizi commerciali, ma anche della vigilanza, dei videopoker. E per la prima volta, come ha commentato l’aggiunto distrettuale, Giovanni Bombardieri, in un processo è stata riconosciuta la illecita concorrenza con minacce. Il sodalizio ndranghetistico che a Rossano aveva la sua base operativa era in grado di controllare tutte le attività tra cui il traffico d’armi. Accertati rapporti con esponenti della repubblica Ceca.  Nel tribunale di Castrovillari è in corso il processo a carico degli altri imputati che hanno scelto il rito ordinario. 

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