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L’ultimo fedelissimo
(fino a quando?): Dudù

Si saluteranno con un goliardico “qua la zampa, cucciolo”, giusto per essere fedeli alla metamorfosi animalista di Berlusconi, mentore dell’ultimo astro nascente della politica italiana, Dudù, che al posto delle ruote del mitico maggiolino ha quattro zampette pelose e ispira fiducia. Come tutti i cani che non hanno fame. D'altronde, l'ex premier ha già subìto troppe scissioni affettive per rischiare un’altra pugnalata. E allora meglio affidarsi a Dudù, già “dogstar” della politica italiana e simbolo dell'auspicata resurrezione di Forza Italia. Così, nel campionario nazionale, dopo il saluto massonico, quello... esternamente mafioso con sussurro all’orecchio, quello formale e glaciale, di rappresentanza o di sceneggiata, timido e sudaticcio, irrompe adesso l’approccio forzista “alla Dudù”, brand del nuovo club azzurro intitolato proprio al fedelissimo di Berlusconi. Fino a prova contraria. Il fiuto potrebbe sconsigliargli il salto dalla Costa Smeralda a villa Arzilla. Soprattutto ora che proliferano i “segugi” e si aprono orizzonti itineranti. Certo Taurianova non è l'esotica Zanzibar, ma da qualche parte bisogna pur cominciare. Se poi a nobilitare l'evento ci sono la pluridecorata Santelli e la nipote di Berlusconi, allora vale la pena “scodinzolare” un po’ e incoraggiare l'effetto a catena. Negli abissi calabresi Dudù non c’era, ma evocato, invocato e stemmato avrà già immaginato collegamenti in videoconferenza, sfilate con gatte al guinzaglio e ossi tricolori per tutti. E chissà, magari nella scalata al potere volterà anche lui le spalle al suo padrone, smarrito e incredulo: «Tu quoque Dudù...».

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