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Caso Fallara, 6 anni
a Scopelliti

 Il governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, è stato condannato a 6 anni di reclusione dal Tribunale collegiale di Reggio (Olga Tarzia presidente, giudici a latere Teresa De Pascale e Filippo Aragona), per i reati di abuso d’ufficio e falso in atto pubblico, nell’ambito del processo scaturito dal cosiddetto “caso Fallara”. Scopelliti figurava tra gli imputati in qualità di ex sindaco di Reggio nel procedimento per la gestione disinvolta dei conti pubblici del Comune e l’autoliquidazione di una serie di “parcelle d'oro” da parte dell’allora dirigente del settore Finanze, Orsola Fallara, morta suicida nel dicembre 2010. I tre membri del collegio dei revisori dei conti dell’epoca, Carmelo Stracuzzi, Domenico D’Amico e Ruggero Ettore De Medici, imputati solo del delitto di falso, sono stati condannati a 3 anni e 6 mesi di reclusione ciascuno. Un verdetto pesantissimo che è andato addirittura al di là delle richieste, già severissime, del pubblico ministero Sara Ombra, che aveva invocato la condanna a 5 anni di reclusione nei confronti dell'ex primo cittadino. Un conto salato è stato deciso dal Tribunale anche nelle pene accessorie. Giuseppe Scopelliti è stato condannato anche all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, all’interdizione legale per la durata della pena, al pagamento di una provvisionale da 120 mila euro come risarcimento alle parti civili (in attesa della definizione del danno che dovrà essere quantificato in un giudizio separato). A carico dei tre revisori di conti una provvisionale da 20 mila euro ciascuno (e quantificazione da definire) e l’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici. Alla lettura della sentenza nessun commento. Nè da parte del pm Sara Ombra, ieri sera affiancata dal procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza; nè dei politici presenti in Tribunale. «Sono molto deluso per la sentenza, ma attendo di leggere le motivazioni»: questo il commento a caldo dell’avvocato Aldo Labate, difensore di fiducia di Giuseppe Scopelliti. L’altro difensore, l’avvocato Nico D’Ascola, nella mattinata di ieri aveva chiuso l’istruttoria dibattimentale con un’arringa squisitamente tecnica e in punta di diritto. Dopo la sentenza si è scatenata un’ondata di reazioni, da ogni schieramento politico. Durissimo il commento sul verdetto della giunta regionale della Calabria. Sul governatore Scopelliti già incombe il decreto di sospensione dall’incarico quale effetto della “Legge Severino”.

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