Le nuove indagini si basano sugli esiti delle consulenze eseguite dagli “specialisti” del Ris sugli indumenti della vittima e sulla perizia redatta dal professore Roberto Testi dell’università di Torino su dei reperti istologici. Quest’ultimo sostiene che Denis Bergamini quando fu travolto dal camion fosse già morto. Se così dovesse essere ignote rimarrebbero però le cause del decesso. La perizia autoptica eseguita nel 1989 escluse infatti l’utilizzo di armi da fuoco o da taglio. Gli inquirenti hanno puntato ad accreditare, negli ultimi tre anni, la pista delle percosse. Il calciatore potrebbe essere stato cioè colpito con calci e pugni al torace ma non sarebbero rimaste tracce dell’aggressione mortale per via dello schiacciamento della parte bassa della cassa toracica determinato dalla ruota del camion. Isabella Internò ha tuttavia sempre continuato a ribadire con forza la versione del suicidio. E non c’è stato modo, fino al momento, di smentirla con testimonianze diverse. Riconvocata l’altro giorno a palazzo di giustizia, la donna s’è avvalsa della facoltà di non rispondere. Denis s’è invece portato nella tomba i segreti di questa storia. Che sembra ormai esser diventata un vero rompicapo. Un rompicapo senza soluzione.