Il particolare microclima dell’Alto Tirreno cosentino, da Santa Maria del Cedro a Diamante, fanno del cedro una tra le assolute eccellenze calabresi in agricoltura. Questo prezioso frutto è stato al centro di un incontro nella Sala “Nova” del palazzo della Provincia di Cosenza. Un convegno promosso dall’associazione culturale Xenìa, presieduta da Gabriella Coscarella, che ha diretto i lavori, sul tema “Cedro di Calabria, cultura antica … sviluppo nuovo”. . Un dibattito vivace e circostanziato, che ha visto gli interventi di esperti, come Franco Galiano, presidente dell’Accademia Internazionale del Cedro, Angelo Pagliaro e Francesco Perrone, divulgatori dell’Arssa, ma anche di imprenditori come i fratelli Salvatore e Angela Mandato, che hanno creato le “Officine dei Cedri”, per la conservazione del prodotto, trasformato in diversi modi, specie da un punto di vista dolciario. Sottolineati i vari impieghi del cedro, il suo grande valore commerciale i problemi e le difficoltà, anche economiche, per la coltivazione di questo sorprendente agrume (quello prodotto qui da noi no ha pari altrove per qualità e profumo). Notori sono l’impiego in pasticceria e le grandi proprietà curative del cedro calabrese, ma anche il fatto che i grandi rabbini ebraici che per le loro cerimonie vengono tutti gli anni in Calabria, da giugno ad agosto, per scegliere i migliori frutti. Il cedro si coltiva da secoli nell’Alto Tirreno, senza particolari varianti sino ad oggi. E’ una pianta molto bassa, spinosa, ed è necessario lavorarla in ginocchio. Si tratta di un’area coltivabile piuttosto esigua, circa 40 ettari, che hanno bisogno di una particolare attenzione, come si è detto nel corso del convegno. Anche da parte della politica, per così dire. Affinché insomma anche la Regione faccia di più per questo vero e proprio nostro “gioiello”. Il cedro dunque, insieme alle tante altre eccellenze, come si diceva, dalla cipolla di Tropea al bergamotto, dal gelsomino alla radica dell’Aspromonte, o alla liquirizia di Rossano, può rappresentare, e rappresenta, un biglietto da visita di grande importanza sia dal punto di vista economico che culturale per la Calabria.