Eccolo il romeno 26enne fermato dai carabinieri di Corigliano e del comando provinciale di Cosenza con l’accusa di aver ucciso don Lazzaro Longobardi. In meno di 24 ore i militari hanno dato un nome e un volte all’assassino del parroco di Sibari. Dudu Nelus è stato subito rintracciato dai carabinieri. Di lui e delle sue pressanti e continue richieste di denaro la vittima aveva parlato con il vescovo e con i carabinieri. Ad inchiodarlo anche le riprese di una videocamera di sorveglianza e le tracce di sangue ritrovate sui suoi vestiti, sulla bici nonostante lo stesso avesse provveduto a lavare tutto. Ore e ore di interrogatorio. Don Lazzaro lo aveva accolto nella parrocchia come faceva con tutti coloro che aveva problemi e disagi. Lui a volte dormiva anche nella canonica. Era sempre li a chiedere soldi. Poi quando il prete si è accorto che mancavano soldi e oggetti dall’appartamento e dalla chiesa ha cominciato a sospettare. Sono iniziate cosi le minacce nei suoi confronti, minacce subdole, dal sapore estorsivo ed infamante. Se non gli dava i soldi lui avrebbe parlato di relazione omosesssuale. Fatto assolutamente infondato, non riscontrato come ha sottolineato il col. Brancati, comandante provinciale dei carabinieri nel corso della conferenza stampa. Domenica l’ultimo litigio. Il parroco gli aveva chiesto conto delle offerte mancanti. Lui per tutta risposta aveva aggredito una persona che si era intromessa per difendere don Lazzaro. Poi sarebbe tornato e al termine di un nuovo litigio avrebbe colpito violentemente il parroco con una spranga.
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