Il “boia” senza cuore. Nervi saldi, anaffettivo, sottilmente crudele e incapace di provare pietà: è il ritratto del sicario che ha prima ammazzato con un colpo di pistola alla testa “Betty” Taoussa, 27 anni, marocchina e, subito dopo, il piccolo Nicola “Cocò” Campolongo. È grazie all’esame dei crani delle vittime che è stato possibile ricostruire la dinamica del massacro compiuto a Cassano la sera di giovedì 16 gennaio. Il meticoloso lavoro d’un medico legale caparbio ed esperto – Arcangelo Fonti – ha rivelato i particolari della terrificante azione compiuta dal feroce e freddo assassino. Lo specialista incaricato di eseguire l’autopsia sui resti del bimbo, della donna e del vero obiettivo dell’agguato – Giuseppe Iannicelli, 52 anni, sorvegliato speciale – ha infatti accertato che è stato quest’uomo ancora senza volto a sparare per primo. Mentre il complice s’apprestava infatti ad aprire il fuoco contro Iannicelli, il “boia” (così l’hanno soprannominato gl’inquirenti) ha premuto il grilletto contro la magrhebina che era alla guida della Fiat Punto, fulminandola. Un secondo dopo ha aperto lo sportello posteriore sinistro della vettura e fatto fuori il bambino con un altro colpo secco.