Le presunte alterazioni dell’olio extravergine d’oliva in un fumetto dal titolo eloquente ‘Il suicidio dell’olio extra vergine’ sul New York Times indignano i calabresi. Dura la presa di posizione di Coldiretti Calabria con il suo presidente Pietro Molinaro. “Ieri il succo d'arancia della piana di Rosarno-Gioia Tauro, portato alla ribalta internazionale dal giornale inglese Ecologist; oggi con "un vero e proprio siluro a fumetti. Anche per la Calabria, seconda regione produttrice di olio e sempre di più impegnata nell'export - prosegue Molinaro - il danno sarà di notevole portata. In realtà, l'influente giornale internazionale "smaschera" un suicidio che Coldiretti denuncia ormai da anni poiché cavilli, impediscono l'obbligo di indicare in etichetta l'origine delle olive impiegate nell'extravergine. Questa sarebbe una risposta coerente alla necessità di combattere le truffe e di garantire la trasparenza alle scelte di acquisto dei consumatoriPurtroppo le resistenze europee alla tracciabilità stanno vanificando gli sforzi degli agricoltori per un prodotto di qualità consentendo le ‘infiltrazioni di prodotti alterati. Molinaro ricorda anche che “i prezzi pagati agli agricoltori calabresi sono crollati al di sotto dei costi di produzione e questo mette a rischio il futuro del settore, che nella nostra regione può contare su: 84.638 aziende agricole ad indirizzo olivicolo, 189.375 ettari di superfice agricola investita in olivo, 215milioni di piate, 2milioni e 600mila quintali di olio, tre Dop riconosciute e l'Igp Calabria in fase di riconoscimento, 600milioni di euro di valore medio della produzione, 15milioni di giornate lavorative. Le vignette di Nicholas Blechman fanno invece apparire, che la produzione nazionale di extravergine come un covo di truffatori, protetti dal potere politico, che importano olio dall'estero da adulterare e miscelare con quello nostrano per poi spacciarlo come Made in Italy, sfuggendo anche ai controlli dei nuclei specializzati delle forze dell'ordine. Un crocevia di traffici e triangolazioni che comporteranno una immagine negativa sulle vendite all'estero dei nostri prodotti. Una situazione, che conosciamo bene tutti, politica compresa, ma alla quale non si vuole dare una risposta chiara”.