Ci sono nomi di politici eccellenti, tra cui un ex senatore della Repubblica, assessori e consiglieri regionali della Calabria, nonché di amministratori di comuni della Locride, accanto ai nomi di esponenti di alcune tra le più blasonate famiglie della ‘ndrangheta di San Luca, quali i Pelle “gambazza”, i Mammoliti “fischiante”, i Nirta “terribili”, Nirta “versu” e Strangio “jancu”. Sono 48 i nomi identificati ed altri 5 da individuare: e tra i “colletti bianchi” anche funzionari governativi, tecnici comunali e imprenditori edili. Per tutti il rischio di un avviso di garanzia per collegamenti o contiguità con ambienti “equivoci”. Il tutto è condensato nell’informativa redatta dai carabinieri del Gruppo Locri, coordinati dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, in particolare dal procuratore aggiunto Nicola Gratteri e dal sostituto Francesco Tedesco, depositata agli atti del procedimento penale “Inganno”, che lo scorso 12 dicembre ha portato all’arresto dell’ex sindaco di San Luca, Sebastiano Giorgi, dell’ex assessore della sua giunta Francesco Murdaca, ai quali viene contestata l’associazione esterna al clan del quale farebbero parte Francesco Strangio inteso “Ciccio boutique”, e Giuseppe Cosmo (cl. 77). Nell’indagine è rimasto coinvolto anche Antonio Nirta “terribili”, accusato di intestazione fittizia di beni. L’altro filone dell’inchiesta ha riguardato la posizione di Rosy Canale, imprenditrice e fondatrice del movimento “Donne di San Luca”, che risponde solo di truffa e malversazione.