La Regione Calabria ha partecipazioni societarie in spa, srl e via discorrendo per oltre 70 milioni di euro; provvede annualmente a stanziamenti per 180 milioni a fondazioni, consorzi ed enti strumentali di varia natura. Fondazioni come la Field, acronimo di "Fondazione innovazione emersione locale disegno territorio", cioé di tutto di più; o come "Calabresi nel mondo", la cui funzione sociale resta un mistero perché un calabrese, in qualsiasi parte del mondo sia, le sue radici non le dimenticherà mai anche se di terza generazione. "Partecipate" che si è deciso di liquidare in quanto assolutamente inutili come "Cerere" o "Sviluppo Italia Calabria". Inutili sovrastrutture da un lato, complesso sistema di ammortizzatori sociali dall'altro; carrozzoni messi in piedi per svolgere compiti e funzioni propri di assessorati e Dipartimenti, all'interno dei quali, spesso, l'amministrazione della cosa pubblica ha celato le proprie insufficienze. E dietro ogni ente, società, fondazione, ci sono consigli d'amministrazione da nominare, esperti, consulenti, comitati. Un sistema che, in qualche circostanza, la "politica" ha usato come bancomat. «Abbiamo già impugnato la forbice», assicura l'assessore regionale al Bilancio Giacomo Mancini.
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