Paradosso all’italiana. Succede a Morano Calabro. Nei mesi scorsi con il progetto “Vita Morano” voluto dall’Amministrazione comunale e da tanti cittadini desiderosi di migliorare le condizioni di sicurezza sanitaria in loco aveva consentito di acquistare otto defibrillatori semiautomatici posizionati in aree strategiche della città. Tre degli otto defibrillatori che garantiscono la copertura temporale totale (h 24) sono ubicati a Piazza Croce, Viale Gaetano Scorza e all’esterno della farmacia Donadio; due sono stati affidati rispettivamente a Carabinieri e Polizia Municipale; uno è dislocato nel Campo sportivo e uno nella Chiesa della Santa famiglia di Nazaret, in contrada Cerasali. Si dirà: ne manca uno! Appunto. E qui comincia l’assurdo. L’unico defibrillatore che il sindaco Di Leone e l’assessore Iazzolino non riescono a consegnare, nonostante siano state espletate tutte le procedure propedeutiche, è quello destinato alla Guardia Medica. Proprio così! I medici della postazione assistenziale continuativa di stanza a Morano rifiutano di tenere l’apparecchio nel loro ambulatorio o altri spazi di Via Nicola De Cardona. Ma perché? Come mai? Non può essere… E invece è così. Il sindaco ha anche scritto al direttore del Distretto Sanitario Pollino/Esaro, premurandosi di trasmettere per conoscenza la missiva anche al direttore generale dell’Asp di Cosenza per illustrare la strana situazione e preannunciare che il defibrillatore a questo punto sarà posizionato altrove e che: “A parte le valutazioni di carattere etico che la vicenda suggerisce, sulle quali per ora sorvoliamo, ma che non tralasceremo di sollevare nelle sedi opportune – scrive il sindaco Di Leone – la condotta affatto deontologica di chi è deputato a porre in campo e sostenere iniziative votate alla difesa della salute pubblica, lascia allibiti noi e l’intera popolazione”.
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