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Colpi di lupara per
uccidere Pasquale Criaco

  Un agguato mortale di chiaro stampo mafioso compiuto a poca distanza dalla cittadina montana di Platì. Così, nella tardissima serata di lunedì scorso, è stato assassinato alle falde dell’Aspromonte il giovane Pasquale Criaco, di 27 anni, contitolare con altre persone di Platì di un distributore di carburanti situato a Bovalino, originario di Africo ma residente con la moglie a Platì. La barbara esecuzione mafiosa di Criaco si è verificata alla periferia della cittadina aspromontana, lungo uno tratti, specie di notte, più isolati e al buio della strada statale 112 che dalla zona costiera della fascia ionica s’inerpica fino a Platì e altri centri montani della Locride e della Piana di Gioia Tauro. Al momento dell’agguato, stando a quanto accertato dagli investigatori del Gruppo e della compagnia di Locri e dagli esperti militari del servizio investigazioni scientifiche del Comando provinciale carabinieri di Reggio Calabria, Criaco, intento a fare rientro a casa, si trovava alla guida della sua Audi A1 quando, poco prima del bivio per Natile di Careri, è stato affiancato da un’Audi A3 con a bordo almeno due persone. Nel giro di una manciata di secondi dal finestrino lato passeggero il killer, con in mano una “lu - para” calibro 12, ha sparato da distanza ravvicinata quattro o cinque colpi di fucile caricato a pallettoni, colpendo il giovane alla testa, al collo e al fianco sinistro. Il decesso del giovane, originario di Africo ma sposato e residente a Platì, è stato pressoché istantaneo tant’è che l’auto condotta dalla vittima si è quasi subito fermata ai lati della carreggiata a poca distanza dal luogo dell’agguato. Dopo aver portato a termine la spietata missione di morte, il sicario e il suo complice alla guida dell’Audi A3 si sono subito allontanati, senza essere visti da testimoni oculari, dal luogo dell’omicidio senza lasciare tracce.

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