La testimone inattendibile e il barista scomparso. Davide Cozza, 47 anni, non era vicino casa il giorno in cui fu visto per l’ultima volta. La donna che ha rivelato ai carabinieri questa circostanza è stata smentita dalle risultanze investigative. Il “giallo” di Cellara, piccolo centro del Savuto, s’arricchisce dunque ogni giorno di nuovi particolari. Di dati, orari, indiscrezioni e “soffiate” che conducono verso una sola direzione: l’omicidio. Il quarantasettenne che gestiva un bar a Piano Lago, area industriale del Cosentino, è stato fatto sparire con il sinistro e collaudato metodo della “lupara bianca”. L’eliminazione di Cozza, tuttavia, non sarebbe legata a interessi mafiosi ma a questioni personali. È questa la pista privilegiata da Paola Izzo, il pubblico ministero della Procura di Cosenza, cui il procuratore Dario Granieri ha affidato il fascicolo d’inchiesta. L’unica testimone, inizialmente presa in considerazione dagli investigatori è stata sbugiardata da un telefonino, quello della vittima, che nell’orario in cui la donna dice di aver notato Cozza a Cellara, risulta invece essere stato in funzione a Luzzi. Dopo le perquisizioni compiute nei giorni scorsi, i carabinieri sembrano ora a caccia di nuovi testimoni.